martedì 24 giugno 2008

Tristi tropici

La foto degli uomini dipinti di rosso che José Carlos Meirelles aveva sorpreso dall'alto del suo aereo sorvolando la foresta amazzonica, verso il confine con il Perù, aveva fatto il giro del mondo.
Gli archi con le frecce puntati contro l'uccello d'acciaio, avevano fatto pensare ad una tribù non ancora conosciuta.

Eppure gli dei bizzosi e incostanti che hanno in mano il destino della foresta, sapevano. Conoscevano fin dal 1910 l'esistenza della tribù. Non è stato un fortunoso passaggio aereo, José Carlos Meirelles sapeva che lì li averebbe trovati.
E il suo obiettivo, nobile, era puntato per attirare l'attenzione dei media internazionali sulla situazione di pericolo in cui vivono gli indios, cacciati dal loro paradiso. José Carlos Meirelles sa che un albero che cade in una foresta deserta non fa rumore.

Meirelles lavora presso il Funai, l'Agenzia Brasiliana di Protezione degli Indios che insieme alla Survival International ha rilasciato oltre alle fotografie anche un breve video. La Survival International ha ammesso che di fronte alle foto che hanno fatto il giro del mondo, il Perù - il presidente Alan Garcia, aveva dichiarato che l'esistenza di tribù isolate era soltanto il frutto dell'immaginazione di ambientalisti e antropologi- sta iniziando a rivedere la sua accondiscendente politica verso il disboscamento da parte di agricoltori e delle grandi industrie del legno.

La questione delicata che ha creato un po' di sconcerto però è se sia giusto stabilire una forma di contatto, anche indiretta come la fotografia, con una tribù isolata, sebbene con il nobile scopo di difenderla. José Carlos Meirelles ha dichiarato che non rivelerà nemmeno sotto tortura il luogo in cui ha effettuato le riprese aeree:"They can decide when they want contact, not me or anyone else."

Forse presto, come è successo ai Nukak-Makú , li vedremo arrivare alla periferia di una città, accompagnati da piccole scimmie, non più padroni di se stessi, ma credendo di trovare un luogo sicuro, per vivere in baracche, emarginati e poveri più di tutti gli altri.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Meglio lasciarli nella loro foresta. Perché dobbiamo "civilizzarli" e distruggerli?
Levy Strauss sarebbe sicuramente d'accordo.
Buona giornata
Fino