martedì 27 gennaio 2009

Psalm

«Credo nel sole, anche quando non splende; credo nell'amore, anche quando non lo sento, credo in Dio, anche quando tace».

E' la scritta ritrovata sul muro di una cantina di Colonia, dove alcuni ebrei si nascosero durante la guerra. Le ultime parole di attaccamento a un mondo che svaniva.

Con il suo linguaggio spezzato, Celan è forse l'unico poeta ad essere riuscito a ricomporre quel silenzio e trasmettere l'indicibile.


SALMO

Nessuno ci impasta più di terra e argilla,
nessuno alita sulla nostra polvere.
Nessuno.
Lodato sii tu, Nessuno.
Per amor tuo vogliamo
fiorire.
Incontro
a te.
Un nulla eravamo, siamo, rimarremo, fiorendo:
la rosa di 
Nulla, di Nessuno.
Con il pistillo animachiara,
lo stame cielodiserto,
la corona rossa
della parola purpurea che cantammo
su, oh sulla spina.
Zona di neve, inalberata, fino all'ultimo,
nel vento ascendente, dinanzi
alle baite defenestrate
per sempre:
sogni radenti spazzano
sullo striato ghiaccio;
sbozzare
le ombre di parole, accatastarle
attorno all'arpione
nel tonfano.



Celan legge i suoi lavori

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