lunedì 11 maggio 2009

Gli elzeviri di Elsevier


Elsevier era il nome di una famiglia di stampatori olandesi. Elsevier oggi è uno dei più grandi editori scientifici del settore biomedico (è l'editore tra l'altro della rivista The Lancet).
Merck & Coè  una tra le più grandi "case farmaceutiche di prodotti etici a livello mondiale": la salute del paziente è la nostra priorità.
Fosamax e Vioxx sono due "prodotti etici" della Merck & Co.: il primo è un farmaco anti-osteoporosi a cui sono associate gravi complicanze, il secondo un anti-infiammatorio con gravi controindicazioni cardiache (è stato ritirato dal mercato nel 2004 per aver causato la morte di 28000 persone secondo le stime prudenti della FDA, un numero tra 89000 e 139000 secondo altri).
Che fare quando il settore Ricerca e Sviluppo tira fuori dal cilindro due prodotti così?
Una soluzione è rivolgersi a un grande editore scientifico (indovinato chi?) e pagare per farsi confezionare una rivista-volantino (l'Australasian Journal of Bone & Joint Medicine) con raccolte di studi favorevoli ai farmaci - in tutto e per tutto uguali alle riviste peer-reviewed ma senza disclosure sul conflitto di interessi - da lasciare ai medici di base, per tranquillizzarli sugli effetti collaterali.
L'editore scientifico trova qualche professorone compiacente (a pag 2 i nomi dell'Editorial Board) e ci prende talmente la mano da produrre altre, redditizie, riviste-volantino: Australasian Journal of General PracticeAustralasian Journal of Neurology,Australasian Journal of CardiologyAustralasian Journal of Clinical PharmacyAustralasian Journal of Cardiovascular Medicine.
Il conflitto di interessi è però un problema urgente ancheper le riviste più autorevoli. La policy di molte consiste nel chiedere all'autore di sottoscrivere un authorship responsability in cui si dichiari di aver avuto libero accesso ai dati e di aver avuto il controllo sulla decisione di pubblicare ed un financial disclosure su tutti gli eventuali conflitti di interesse, in maniera tale che chi legge possa avere un minimo di informazioni per decidere se fidarsi.
Le scappatoie a queste regole di trasparenza non mancano. Si può sempre incappare in un "errore di memoria" come è successo recentemente anche ad una rivista importante come il Journal of American Medical Association che ha pubblicato uno studio (tra l'altro metodologicamente scorretto) favorevole a un farmaco della Forest Labs in cui uno degli autori ha poi dovuto ammettere di essersi dimenticato di dichiarare un conflitto di interesse.
Se da un lato la pressione a pubblicare è alta, dall'altro Richard Smith (editor e sostenitore dell'open access publishing) affermache le riviste mediche (volantino o no) sono ormai un'estensione del marketing delle compagnie farmaceutiche dato che una larga fetta dei loro guadagni deriva dalla pubblicità farmaceutica e dai reprints degli studi clinici sovvenzionati dall'industria. (PloS Medicine)

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