sabato 2 maggio 2009

Pripyat: mondo perduto

   

Alcune foto della città fantasma di Pripyat, evacuata dopo l'incidente di Chernobyl. 

Pripyat dista soltanto 5 km dal reattore nr 4. Nel 1986 era la città più giovane della Terra. Una città costruita negli anni '70, sulla riva del fiume da cui ha preso il nome, con grande entusiasmo dalla gioventù sovietica. Quegli stessi giovani che l'abitavano e che, nella maggior parte, lavoravano alla Centrale. Una città nuova, fondata dal nulla, con 50.000 abitanti.  

Oggi la vegetazione pian piano invade ogni cosa. Enormi piante divorano piazze, si impossessano degli spazi; erbacce, cespugli malaticci crescono ovunque, sui cornicioni, tra le crepe del cemento, costringendo a un silenzio inquietante questa città desolata che si spegne negli sguardi vuoti delle finestre dei suoi palazzoni; rendendola più e più melanconica.   

Una quantità incredibile di oggetti abbandonati, gettati alla rinfusa.Fotografie, ritratti polverosi , giocattoli rotti. Muti testimoni di una fuga precipitosa. Se ne andarono tutti con nulla se non la promessa di rientrare in 3 giorni. Nessuno rimise più piede. L'esercito dopo qualche mese appiccò il fuoco alla mobilia contaminata.  

La natura reclama quel che le è stato sottratto dallo sviluppo urbano, ma è simbolo di un mondo malato e perduto, sentinella su un fronte di guerra dove un nemico invisibile non dichiara mai tregua.





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