mercoledì 20 gennaio 2010

Cameron Neylon e l'open science

Si è concluso domenica 17 il Festival delle Scienze di Roma, quinta edizione, che è un insieme di incontri e conferenze un po' scienza e un po' tecnologia.

Tra le cose più interessanti quest'anno c'è stata una conferenza di Cameron Neylon. Chi è Cameron Neylon? È un biochimico che lavora all'ISIS, un centro di ricerca a Didcot nell'Oxfordshire, ed è uno dei portatori dell'idea di open science: rendere accessibili, sia ai ricercatori della comunità scientifica che ai non addetti ai lavori, tutti i dati sperimentali.

Un modo per rendere più trasparente a tutti il processo che va dall'esperimento di laboratorio alla pubblicazione scientifica nella quale spesso si omettono "dettagli" relativi alla selezione dei dati e dei risultati. Per esempio in campo biomedico un problema rilevante è quello del publication bias: molti studi, in assenza di risultati significativi, non vengono pubblicati. Tenere un diaro online aperto a tutti della propria attività scientifica, significa essere completamente trasparenti anche su tutte le idee che non hanno funzionato.

Ma come si fa a fare open science? La soluzione di Neylon è di mettere online su un blog i dati sperimentali: risultati, annotazioni, commenti. E l'authorship? Per Neylon dovrebbe valere come autenticazione la data di pubblicazione sul diario di laboratorio. Una bella differenza dalle policies di embargo di alcune riviste, come Nature, in base alle quali gli autori di papers in revisione non possono divulgare i risultati prima della pubblicazione. Esistono poi progetti come OpenWetWare che offrono attraverso la piattaforma wiki la possibilità di creare diari di laboratorio elettronici e un vero e proprio laboratori collaborativo per pubblicare i risultati di esperimenti ma anche per scrivere articoli, in genere pubblicazioni brevi che aggirano la forma un po' ingessata di stato dell'arte/materiali e e metodi/ risultati /conclusione degli articoli scientifici.

Certo che a pensare alle riviste subissate di lavori che a paper accettato ci mettono anche più di un anno per la pubblicazione cartacea...

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