In questi giorni in cui quasi tutti i paesi stanno ripensando la politica energetica sul nucleare (a parte noi italiani: i nostri ministri parlano con un piglio da super esperti in sicurezza nucleare, tanto da pensare che siano attori mancati...) la domanda da porsi è la seguente: quanto è improbabile un evento come quello che ha creato l'incidente a Fukushima? Per i lettori del Cigno nero. Quanto l'improbabile governa la nostra vita di Taleb il dubbio è che l'incidente di Fukushima non sia un cigno così nero, cioè un evento così imprevedibile come i nostri ministri e nuclearisti alla Chicco Testa ci raccontano.
La Commissione Nucleare Giapponese nel 2003 si è data il seguente obiettivo di sicurezza: "Il rischio per una persona che viva in prossimità di un sito nucleare di subire danni acuti da esposizione alle radiazioni (in conseguenza di un incidente) non deve superare la probabilità di circa 1x10E-06 all'anno."
Significa che la Commissione Nucleare Giapponese accetta il rischio di un un evento grave, molto grave, ogni milione di anni. Questo è stato stabilito nel 2003. Il loro unico incidente che dovrebbe verificarsi ogni milione di anni è accaduto 8 anni dopo!
E' stato davvero stata una fatalità unica e mai più ripetibile? Questo rischio non avrebbe invece dovuto essere contabilizzato in una valutazione realistica del rischio nucleare? Siamo troppo abituati a pensare alla probabilità in termini di frequenze di eventi incorrendo in problema di sottostima: se calcoliamo la frequenza di un evento raro e la nostra sopravvivenza dipende dal fatto che tale evento non abbia luogo (come ad esempio un evento nucleare), allora sottostimiamo tale frequenza.
Bisogna valutare il potenziale di un futuro nucleare alla luce del disastro in Giappone.E' quello che stanno facendo la Germania, la Svizzera, tutti paesi europei, tranne l'Italia.
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