Il racconto di un “delatore”. Così Repubblica presenta sul suo sito l’intervista a “uno dei corvi”:
“Chi sono i ‘corvi’ del Vaticano?” chiede il giornalista.
“La mente dell'operazione non è una sola, ma sono più persone. Ci sono i cardinali, i loro segretari personali, i monsignori e i pesci piccoli. Donne e uomini, prelati e laici. Tra i ‘corvi’ ci sono anche le Eminenze”.
Nel suo ultimo quadro, Campo di grano con corvi, Van Gogh dipinge uno stormo di uccelli neri che sembrano arrivare come una minaccia incombente, gli annunciatori di una tempesta inevitabile.
Nella mitologia greca, il corvo era in origine consacrato ad Apollo e le sue piume erano di un bianco candido. In una delle versioni del mito, quando il corvo rivelò al dio il tradimento di Coronis, sulla quale doveva vegliare, con il mortale Ischys, Apollo in preda alla collera tramutò all’istante le sue piume nel colore della pece. Infuriato con Apollo per l’oltraggio ricevuto, il corvo si rifugiò nell'Oltretomba, dove Ade, il dio dei morti, lo prese come sua spia.
Nella simbologia cristiana il corvo non ha una valenza negativa. Secondo una leggenda fu un corvo a strappare dalle mani di San Benedetto da Norcia il pane avvelenato dagli altri frati, portandolo dove nessuno avrebbe potuto mangiarlo. Sarà il motivo per cui questi anonimi leakers si auto-definiscono corvi?
“Chi lo fa agisce in favore del Papa” continua uno dei corvi di Vaticanleaks. “Perché lo scopo del ‘corvo’, o meglio dei ‘corvi’, perché qui si tratta di più persone, è quello di far emergere il marcio che c'è dentro la Chiesa in questi ultimi anni, a partire dal 2009-2010”.
Corvi e whistleblowers
I giornalisti americani non parlerebbero però di corvi ma di whistleblowers. Whistleblower è una parola che non circola da noi. Viene dalla frase inglese “blow the whistle” e letteralmente significa soffiare il fischietto: come l’arbitro che segnala un fallo o un vigile che tenta di fermare un’infrazione. E’ un termine la cui origine si fa risalire agli anni ‘70, quando l’attivista Ralph Nader la utilizzò proprio perché priva di una connotazione negativa, ma è in uso almeno dal 1958, quando apparve nel Mansfield News-Journal.
Whistleblower è chi, lavorando all'interno di un'organizzazione, un ente o un'azienda, fa uscire all'esterno documenti e notizie che rivelano un comportamento illegale o eticamente riprovevole di quell’organizzazione.
In italiano potrebbe essere tradotto con il termine “spifferatore” che però è un concetto ben diverso e che si avvicina più al “fare la spia”. Whistleblower invece è l'insider che si decide a “suonare il fischietto” e fare scattare l'allarme sociale, facendo filtrare all'esterno delle notizie gravi di cui è venuto a conoscenza.
Negli Stati Uniti esiste un'ampia serie di leggi federali e statali a protezione di chi denuncia comportamenti scorretti o si rifiuta di obbedire a direttive illegali; la prima di queste leggi risale addirittura al 1863. Qui da noi la legislazione in merito alla protezione dei whistleblowers è ancora agli inizi e per il momento solo un emendamento del disegno di legge n.2156 del 2010 prevede la protezione dei dipendenti pubblici che denunciano degli illeciti e l'anonimato del segnalante.
Spionaggio o whistleblowing? La storia di Mordechai Vanunu
Quando rivelare dei segreti può essere considerato whistleblowing? Siamo in presenza di whistleblowers nel caso dei Vaticanleaks? La definizione di whistleblower parla di organizzazioni, enti, aziente; nel caso del Vaticano stiamo parlando di uno Stato sovrano e l’accusa formale rivolta al maggiordomo del Papa è infatti quella di spionaggio. Più o meno come la storia del whistlebower Mordechai Vanunu, l’ingegnere nucleare israeliano che rese pubblico, con un’intervista firmata dal giornalista inglese Peter Hounam del Sunday Times nel 1986, l’esistenza del programma nucleare israeliano: di un impianto nucleare e di oltre 200 ordigni nucleari stoccati a Dimona, in quello che tutti credevano essere un impianto tessile. Eroe per i pacifisti, simbolo per i difensori delle libertà individuali, lo stato di Israele lo condannò a 18 anni per alto tradimento da un tribunale speciale.
Cosa spinse Vanunu a rivelare i segreti di cui per lavoro era a conoscenza? Nella famosa intervista rilasciata al Sunday Times disse di temere una crisi internazionale che avrebbe potuto portare Israele ad un secondo olocausto; e il fatto che non abbia venduto i piani nucleari di Israele a un paese nemico lo rende qualcosa di diverso da una spia.
Whistleblowers: dissidenti riluttanti spinti dalle circostanze
Secondo uno studio del 1999 (Rothschild, J. and T. D. Miethe: 1999, ‘Whistle-blower disclosures and management retaliation’. Work and Occupations 26, 107–128) condotto attraverso delle interviste, i whistleblowers sono spinti ad agire perché si trovano in una situazione di stallo. Rivelando all’esterno le informazioni che possiedono sfidano l’ira dei loro superiori e rischiano di diventare un capro-espiatorio qualora l’operazione non abbia successo, ma il non agire li farebbe comunque sentire colpevoli. Molti whistleblowers possono essere descritti come dei dissidenti riluttanti che non sono mossi né da motivazioni altruistiche né da convenienze di tipo personale, ma piuttosto si sentono spinti da un insieme di eventi sui quali sentono di non avere controllo.
Le circostanze fanno dunque la differenza. Si può decidere di rivelare qualcosa di cui si è venuto a conoscenza come si può scegliere di tacere a seconda delle circostanze. E le circostanze non dipendono dal whistleblower, ma sono dettate dal caso.
Giusto o sbagliato, il giudizio sull’operazione di whistleblowing dipenderà dall’esito: se la denuncia pubblica non porterà a nulla, soffiare il fischietto si sarà rivelata una decisione sbagliata.
Fonti
www.whistleblowing.it/
Wikipedia, List of whistleblowers en.wikipedia.org/wiki/List_of_whistleblowers
Rothschild, J. and T. D. Miethe: 1999, ‘Whistle-blower disclosures and management retaliation’. Work and Occupations 26, 107–128.
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