venerdì 2 novembre 2007

Il grande sole di Hiroshima

Hiroshima


Brigadier General Paul Tibbets, bomber pilot, was born on February 23, 1915. He died on November 1, 2007, aged 92.


La mattina del 6 agosto 1945 su Hiroshima doveva splendere il sole. Così dicevano i meteorologi dell'esercito americano.
Alle 2.00 del mattino sotto i neon dei riflettori un B-29 si preparava per il decollo nella base di Tinian.
Il pomeriggio del 5 l'apparecchio 44-86292 non aveva ancora un nome. Pensò:" ENOLA GAY" scritto in grassetto, maniuscolo sotto il finestrino; era il nome di sua madre.
Il generale Ent in persona gli telefonò un anno prima nella base dove si trovava in Kansas: "Porti con sé una valigia". Il colloquio andò subito al nocciolo della questione: "E' mai stato arrestato?" Non era il caso di fare il furbo:"Sì, signore, nel settembre del ’27. Mi hanno sorpreso in atteggiamenti imbarazzanti con una ragazza sul sedile posteriore di un auto". Il generale sorrise e così sorrise anche lui.
Arrivò a Tinian nell'aprile del 1945 per una missione che richiedeva un certo "coraggio" morale. Come se in guerra ci fosse moralità.
Alle 2.45 il B-29 rullava sulla pista. Guidò l'apparecchio a 8000 metri di altezza verso il centro di Hiroshima.
Alle 8:15 e 17 secondi il maggiore Tom Ferebee azionò il meccanismo e Little Boy scivolò nel vuoto. Gli ordini erano di indossare occhiali neri, protettivi.
Le lancette dell'orologio segnavano le 8:15 e 50 secondi. A 600 metri da terra, la bomba scivolava dondolando agganciata al paracadute. Alle 8:16 era scesa di altri 100 metri...


Los Alamos, National Laboratory, 6 agosto 1945
L'annuncio arrivò a sorpresa: un'unità era stata sganciata sul Giappone; quella sera stessa Oppenheimer avrebbe parlato allo staff scientifico.
C'era eccitazione, si attendevano notizie.
Nel Teatro#1, usato come sala conferenze, Oppenheimer era solito entrare da un ingresso laterale, dire poche parole e presentare il relatore di turno. Quel giorno fece un'entrata trionfale:"Japs didn't like it". Tutti si alzarono battendo mani e piedi.
(Da Sam Cohen, Shame:Confessions of the Father of the Neutron Bomb)
Non passò per la testa a nessuno che avevano appena ammazzato più di 100.000 persone.

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