lunedì 24 dicembre 2007

Natale - un racconto di Anton Cechov

( qui la I PARTE)

II PARTE

Allo stabilimento idroterapico del Dr. B.O. Mozelweiser il primo dell'anno era come un giorno qualunque. L'unica differenza era negli stivali più puliti del solito e nella divisa, con un gallone in più, del portiere Andrej Hrisanfitch che salutava ogni cliente con "Buon Anno a voi".

Era mattino; Andrej Hrisanfitch in piedi davanti alla porta leggeva il giornale. Alle dieci in punto arrivò il generale, un cliente abituale, e subito dopo il portalettere. Andrej Hrisanfitch aiutò il generale a togliersi il cappotto salutandolo con un "Buon Anno a voi Eccellenza!"

"Grazie mio buon compagno; altrettanto a te".

In cima alle scale il generale chiese, indicando la porta - tutti i giorni ripeteva quella stessa domanda -
"E cosa c'è in quella stanza?"
"E' la stanza dei massaggi, vostra Eccellenza"

Quando il generale
Andrej Hrisanfitch prese la posta e trovò una lettera indirizzata a lui. La aprì, lesse alcune righe e continuando a leggere il giornale senza fretta andò nella sua stanza che era al piano terra in fondo al corridoio. Sua moglie Yefimya era seduta sul letto, e allattava il suo bambino. Un altro bambino, più grande, le stava davanti con la testa ricciola sulle sue ginocchia; un terzo stava dormendo nel letto.

Andrej entrò nella stanza e diede la lettera alla moglie
"Dalla campagna, immagino"

Poi uscì senza distogliere gli occhi dal giornale. Potè sentire Yefimya con voce tremante leggere le prime righe. Le lesse e non potè andare oltre; quelle poche righe furono abbastanza per lei. Iniziò a piangere, e abbracciando e baciando il bimbo più grande diceva - ed è difficile dire se stesse piangendo o ridendo:

" E' della nonna, del nonno. Dal paese. Oh Madre dei Cieli, Santi e Martiri! La neve copre i tetti... gli alberi sono bianchi. I bambini giocano con le loro slitte... e il caro papà è vicino alla stufa... e c'è un piccolo cane giallo...Oh cari!"

Andrej Hrisanfitch sentendo, ricordò che sua moglie gli aveva dato tre o quattro lettere da spedire al paese, ma qualche importante affare lo distolse da quelle commissioni; non le spedì e in qualche maniera le lettere andarono perse.

"E piccole lepri corrono nei campi" Yefimya continuava la cantilena, baciando il suo bimbo e piancendo.
"Il nonno è gentile; nonna è buona di cuore. Hanno il cuore caldo nel paese, sono timorosi di Dio... e c'è una piccola chiesa nel villaggio; i contadini cantano nel coro. Regina del Cielo, Santa Madre Protettrice, portaci via da qui!"

Andrej Hrisanfitch tornò nella sua stanza per fumare prima che i clienti chiamassero, e Yefimya smise subito di parlare, si asciugò gli occhi, anche se le sua labbra tremavano ancora. Aveva paura di lui - quanta paura aveva di lui! Tremava ed era terrorizzata dal rumore dei suoi passi, dai suoi occhi e non osava dire niente in sua presenza.

Andrej Hrisanfitch accese una sigaretta e subito il campanello suonò al piano di sopra. Spense la sigaretta, assunse un'aria seria e uscì di fretta.

Il generale stava scendendo da basso, fresco e roseo dopo il bagno.

"E cosa c'è in quella stanza?" chiese indicando una porta.

Andrej Hrisanfitch portò velocemente le mani alla cintura dei pantaloni e pronunciò forte

"La doccia di Charcot, vostra Eccellenza!"

1 commento:

anecòico ha detto...

racconto godibilissimo!
auguri, mio caro bour! ;)

anecòico