domenica 15 giugno 2008

Ufo-Tv


Un brivido è corso quando dalla NASA è rimbalzata la parola UFO.
Il computer iniziava a squittire la combinazione magica Re-Mi-Do-Do-Sol, prima di scoprire che il Discovery era stato urtato da un pezzo di metallo del rivestimento termico che si era staccato dal transponder: un flying object, per qualche ora unidentified, Ufo appunto.

Forse prima o poi ci arrenderemo all'evidenza che siamo soli nell'universo, che l'ordine a cui apparteniamo è solo una condizione locale, una perturbazione casuale destinata ad essere riassorbita nella morte termica dell'universo. Ma intanto, non abbiamo bisogno della magia dell'infanzia? di credere in cose senza senso? per un bambino non è necessario che qualcosa abbia un senso, se ci crede fermamente.

L'American Prospect qualche anno fa aveva analizzato i motivi del successo delle storie di fenomeni paranormali e UFO.

Le moderne credenze attorno agli UFO risalgono agli anni '60, originate da una piccola comunità di teorici della cospirazione. Erano voci destinate a circolare tra un ristretto giro di persone se non ci fosse stata la televisione a rendere popolare quel che era soltanto diceria. Una delle pietre miliari che ha potentemente contribuito all'infatuazione per gli UFO è stato il film di Spielberg del 1977, "Incontri ravvicinati del terzo tipo". Spielberg credeva fermamente negli Ufo, prima di abbandonare definitivamente l'età della fanciullezza e rivedere le sue opinioni.

Le storie di alieni e UFO si sono poi dimostrate perfette per il sensazionalismo del format giornalistico degli anni '90. Ed è proprio in questi anni che nascono le leggende su Roswell: alla fine degli anni '90, il 71% degli americani credeva che il proprio governo nascondesse notizie sugli atterraggi di UFO. Glenn sparks, professore di comunicazione alla Purdue University, ha evidenziato una forte associazione tra il guardare la televisione e il credere agli UFO.

Anni di ricerche sugli effetti dei mass-media sulla società hanno rivelato che spesso sono proprio i mezzi di comunicazione a promuovere la diffusione di credenze. Nel nostro mondo complesso, i media ci aprono una finestra sulle cose che interessano la società. E poiché le cose alle quali i media prestano attenzione sono spesso le cose alle quali anche noi prestiamo attenzione, il modo in cui vengono caratterizzate influenza il modo in cui noi ce ne formiano un opinione.
Spesso percepiamo la realtà nel modo in cui viene descritta dai giornali, dalle televisioni e dalla narrativa cinematografica.

E lo sappiamo bene in Italia, dove la maggioranza politica ha un saldo controllo sul monopolio televisivo.

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