domenica 12 ottobre 2008

Amiantos, l’incorruttibile.



Per gli antichi l'amianto era una roccia magica, la pietra che si filava come un tessuto, capace di resistere al fuoco. I Persiani lo utilizzavano per confezionare i manti funebri dei re; nell'antica Grecia, con il lino di Karpaso – la lana di Cipro, il crisotilo – si fabbricavano gli stoppini per le lampade perpetue nei templi. Inestinguibile. Asbestos.

Duemila anni fa però Tito Livio aveva osservato un fatto strano: gli schiavi nelle miniere d’amianto si ammalavano e dovevano essere sostituiti spesso, troppo. Eppure...

Alla fine degli anni '70 del secolo scorso, il consumo di amianto raggiunse i 25 milioni di tonnellate. Si facevano materassi con le fibre di amianto, coibentazioni per ogni uso, insonorizzazioni, colle, filtri, i freni e le frizioni delle auto, il linoleum, l'eternit. Anche se nel 1906 il medico francese Denis Auribault aveva intuito un pericolo osservando pneumoconiosi, tisi e asbestosi polmoni nei lavoratori di una fabbrica di filatura e di tessitura di amianto nei pressi di Condé-sur-Noireau.

Fu negli anni '20 che si cominciarono a studiare gli effetti dell’amianto sull’organismo. Nei decenni successivi si osservarono gli effetti neoplastici di queste fibre, dal carcinoma polmonare al mesotelioma pleurico e peritoneale. L’effetto cancerogeno dell’amianto è noto fin dalla metà degli anni '50.

In un articolo del 1955 l'epidemiologo inglese Sir Richard Doll dimostrò che il rischio di sviluppare un cancro del polmone era 13 volte maggiore in chi che aveva svolto un’attività lavorativa a contatto con l’amianto per più di 20 anni.

Doll, R., “Mortality from lung cancer in asbestos workers” British Journal of Industrial Medicine 12, 1955, pp. 81-87.

Dal 1960 si è a conoscenza della relazione tra l'insorgenza del mesotelioma e l'esposizione all'asbesto.

Wagner JC, Sleggs CA, Marchand P. Diffuse pleural mesothelioma and asbestos exposure in the north Western Cape Province. Brith J Ind Med 1960; 17:260-271.

Oggi sa sa anche che un’esposizione prolungata può essere all'origine di tumori delle vie gastrointestinali e della laringe. Nonostante tutto, solo tre anni fa, nel 2005, è entrata in vigore la disposizione che ne vieta totalmente l'uso in Europa; il divieto in Italia risale al 1992. La responsabilità di questo ritardo nell’adottare misure protettive è da addebitare alle azioni di lobbying condotte dalle aziende gruppo Eternit – raccontate da Bob Ruers, avvocato, ex senatore del partito socialista olandese, fondatore del comitato olandese per le vittime dell’amianto, nel documento The tragedy of asbestos - che hanno anteposto i propri interessi ad ogni precauzione per la salute pubblica e l’ambiente, e all'inerzia dei politici che troppo spesso mettono davanti a tutto l'economia. Quanto vale per questa gente la vita di un operaio?

Nel 2029 l'Europa occidentale farà i conti con un'epidemia responsabile di mezzo milione di morti in poco più di trent'anni, per asbestosi, cancro del polmone e mesotelioma: lavoratori dell’amianto, i loro familiari, la gente che viveva vicino alle fabbriche. In Italia si muore a Casale Monferrato, Monfalcone, La Spezia, Broni... Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto e Friuli, soprattutto.

Questa tragedia dovrebbe insegnarci che prima di utilizzare certe sostanze bisogna controllarne la sicurezza, applicare un principio di precauzione. E invece, quando il divieto di produzione dell'amianto è entrato in vigore, il business si è spostato e i signori dell'industria hanno continuato a fare affari concedendo licenze nei paesi in via di sviluppo. Ciò che è stato vietato qui è permesso altrove, nei paesi in cui c'è scarsa tutela dei lavoratori e i livelli di protezione sono inesistenti, come il Brasile, la Colombia, il Perù; in paesi come Canada, US e Russia dove la lobby dell'amianto rimane potente.

E mentre il Gruppo Eternit da una parte continua , nella produzione dei suoi manufatti, ad impiegare l’amianto, dall'altra finanzia la Fondazione Olandese per la Ricerca sul Cancro. Una bella contraddizione.

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