Sfumato l'IGNobel per la medicina a John McCain per il suo piano sanitario, è arrivato il momento dei Nobel, quelli veri, delle previsioni non azzeccate della Thomson Reuters - ma in qualche blog i nomi giusti sono stati fatti - e dell'amarezza di chi ha visto sfuggire il premio che vale una carriera scientifica.
Il Nobel per la medicina è andato a Harald zur Hausen per la scoperta del papilloma virus, Luc Montagnier e Françoise Barré-Sinoussi per le loro ricerche sull'AIDS. E Robert Gallo, co-scopritore del retrovirus dell'HIV? non è stato premiato perché la storia della scoperta di questo virus è appassionante come un romanzo in cui lui non è l'eroe buono?
In compenso, la notizia che ha fatto sobbalzare di gioia i sostenitori del movimento open access è che Françoise Barré-Sinoussi ha recentemente pubblicato su Plos ONE, la rivista scientifica online ad accesso libero e gratuito. Un bello spot a favore della libera circolazione delle informazioni scientifiche, perché se Plos One va bene per un premio Nobel, dovrebbe andare bene per tutti - tanto più che Nature e Science sembrano puntare sulle ricerche da IGNobel.
Il Nobel per la fisica invece è andato a tre teorici della fisica delle particelle, venuta alla ribalta della cronaca grazie al Large Hadron Collider: Yoichiro Nambu premiato per "la scoperta del meccanismo di rottura spontanea della simmetria nella fisica subatomica" e Makoto Kobayashi e Toshihide Maskawa premiati per "la scoperta dell’origine della simmetria rotta che predice l’esistenza di almeno tre famiglie di quark."
E il fisico italiano Nicola Cabibbo?
"Kobayashi e Maskawa hanno come unico merito la generalizzazione, peraltro semplice, di un'idea centrale la cui paternità è da attribuire al fisico italiano Nicola Cabibbo" la dichiarazione del presidente dell'Istituto nazionale di Fisica Nucleare.
Eppure leggendo con un po' più di attenzione la motivazione, il premio a K e M è andato per le loro ricerche sulla violazione della simmetria CP (in cui Cabibbo non ha avuto ruolo), mentre N è stato premiato per essere stato il primo a discutere la violazione della simmetria in un contesto teorico in relazione alle interazioni forti.
E' vero che il Nobel viene assegnato a singoli ricercatori, ma tutto sommato premia anche un sistema di ricerca. Inutile lamentarsi, o reclamare l'italianità di un premio - come accaduto l'anno scorso con Capecchi - quando abbiamo un'università si regge che su ricercatori precari (il 35-40% ) che si arrangiano per sopravvivere (non solo professionalmente) e che, nella maggior parte dei casi, non hanno l'indipendenza di seguire un proprio filone di ricerca. K e M avrebbero potuto essere due ricercatori italiani, se l'Italia avesse un sistema ricerca. Inutile lamentarsi quando i concorsi e le assegnazioni dei fondi premiano le logiche di potere anziché di merito.
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