sabato 2 maggio 2009

Febbre suina A/H1N1: buone e cattive notizie

Inizia a farsi più chiaro il make-up genetico del virus.  Come confermato da Nancy Cox del CDC, l'A/H1N1 non contiene la mutazione responsabile della virulenza osservata nel 1918, e nemmeno presenta le caratteristiche riscontrate nel virus dell'influenza aviaria. Quel che si è visto che il virus tende ad insediarsi nell'apparato respiratorio superiore, come i virus dell'influenza che conosciamo. Ma queste sono indicazioni iniziali e ci vorranno ancora settimane per conoscere il reale potenziale dell'A/H1N1.

 

Questa influenza potrebbe essere più grave della normale influenza di stagione per il fatto che molte più persone potrebbero ammalarsi in assenza di difese immunitarie - e non dimentichiamo che ogni anno l'influenza fa 500.000 vittime nel mondo.  A questo punto però c'è un'altra buona notizia, sempre dal CDC: pare che le persone  più anziane (con più di 60 anni) abbiano degli anticorpi che reagiscono al virus, e probabilmente c'è  una reazione immunitaria già nei cinquantenni.

 

C'è però ancora molto da sapere sui virus dell'influenza - ed in questa emergenza si impareranno sicuramente molte cose - così anche le buone notizie si prendono con cautela e si continua a tenere alta l'attenzione.  Il pericolo è che questo nuovo virus, mentre si diffonde come una normale influenza, si ricombini e si presenti in forma più severa quest'autunno. Quanto è probabile che questo succeda non si può dire, ma è uno scenario che si è già presentato in passato.

 

Più di ogni altra cosa questa emergenza mette in evidenza quanto è difficile prevedere quali virus possono essere responsabili di una pandemia.

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