sabato 2 maggio 2009

Febbre suina, allarme giustificato?

L'epidemia di influenza del 1918 è ricordata come la pandemia influenzale che ha fatto più vittime di cui si abbia la storia epidemiologica. Le ipotesi sulla sua origine sono ancora avvolte nel mistero e la conoscenza è limitata dalle poche notizie che si hanno su questo focolaio prima che si trasformasse in un'emergenza europea nell'autunno del 1918.  

Uno studio (Olson, D.R. et al. Epidemiological evidence of an early wave of the 1918 influenza pandemic in New York City) del 2005 basato su dati storici, pubblicato su PNAS, ha cercato di ricostruirne le particolarità cercando di fare un po' di chiarezza sul'evoluizone di questa influenza pandemica.  

Quel che ne è venuto fuori è che durante la stagione influenzale 1917/1918 a New York City si registrò un eccesso di mortalità nella fascia di età dei giovani, 15-44 anni, generalmente meno esposti a rischio complicanze; un'ondata pre-pandemica di mortalità, che si verificò nel periodo Febbraio-Aprile 1918, determinò uno spostamento degli eccessi di mortalità nelle fasce di età dei giovani. Il virus influenzale si presentò poi in maniera più aggressiva, trasformandosi in pandemia, nell'autunno del 1918.  

In Messico, i casi mortali confermati di febbre suina riguardano la fascia di età meno a rischio, quella tra i 20 e i 50 anni. E' anche questa analogia che preoccupa il CDC ed anche il WHO (che per la prima volta ha spostato il livello di allerta dal grado 3 al grado 4) . Lo studio di Olson et al. sui Proceedings insieme ad un altro studiosulla propagazione dell'influenza del 1918 suggerische che se eventi simili a quelli che hanno preceduto l'epidemia dell'autunno del 1918 si dovessero verificare, rafforzare la sorveglianza e intervenire rapidamente con provvedimenti di salute pubblica può permettere di limitare l'emergenza e le conseguenze della pandemia.  

Naturalmente questo non significa che la febbre suina sarà un'altra spagnola, la conoscenza di come sono evolute le pandemie del passato non aiuta ad inferire sul futuro. Si sa abbastanza poco su come si diffondono i virsus influenzali - tempi e rapidità di propagazione - per sapere se questo focolaio si trasformerà in pandemia e, se dovesser farlo, assomiglierà a qualcosa di già noto o sarà qualcosa di diverso ancora, o se lo ricorderemo solo come una brutta influenza stagionale . Nel frattempo meglio essere preparati a gestire una possibile emergenza. In Italia come al solito siamo in ritardo (il principio attivo del Tamiflu è disponibile solo in polvere in attesa di essere confezionato per l'uso) e si confida nella buona stella...

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