Il virus H1N1 della febbre suina sembra si stia propagando piuttosto velocemente. Ma perché è così aggressivo in Messico e non altrove è la domanda che sta tenendo banco. Anche in rete nei blog si inizia ad avanzare qualche ipotesi, in attesa di capire.
La prima ipotesi, tanto per non sbagliarsi, è che il livello di sorveglianza porta a contare gli eventi in modo diverso, tanto che la situazione potrebbe apparire peggiore di quello che realmente è in Messico e meno grave altrove. I sintomi della febbre suina sono quelli di un'influenza e sopratttto nelle aree urbane tutti gli anni si registrano molti casi di polmonite anche con complicanze respiratorie - molti casi tra gli oltre 1600 denunciati in Messico (molti anche dei 150 decessi) attendono conferma da laboratorio.
Negli US invece l'allerta riguarda soprattuto a chi è stato recentemente in Messico ma, come ha raccontato Tansy Huws (che probilmente ha contratto il virus) alla BBC, lei non è riuscita a muoversi dal letto per una settimana e pensa che le persone realmente malate non riescono ad andare all'ospedale.
Sembra poco probabile la spiegazione che si rifà a delle differenze genetiche che rendono più resistenti gli americani rispetto ai messicani; il virus è qualcosa di "nuovo" per tutti.
L'aggressività in Messico potrebbe essere dovuta ad una concomitanza con "qualcos'altro", per esempio l'alto livello di inquinamento di Messico City ma potrebbe anche essere l'altitudine (Pérez-Padilla R et al. The impact of altitude on mortality from tuberculosis and pneumonia. Int J Tuberc Lung Dis. 2004 Nov;8(11):1315-20.)
Un'altra, accreditata ipotesi, è che il virus diventi meno aggressivo tanto più velocemente si trasmette.
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