mercoledì 27 maggio 2009

Precari: New York-Italia

Precari a New York

Essi sono praticamente indispensabili per la New York University nella sua situazione attuale. Cosa si può fare per migliorare la situazione di questi membri della comunità accademica? Vi sono molte questioni aperte. Alcune oltrepassano il raggio d'azione di questa commissione, come la rappresentanza nel Senato Accademico. Ma possiamo sicuramente raccomandare una maggiore trasparenza (…) Una cosa è chiara: si tratta di un problema di primaria importanza per la New York University! Occorrono passi per migliorare la situazione di questi membri della comunità universitaria, o avremo seri problemi nel tempo – e forse prima di quanto crediamo! Per esempio, questi ricercatori e docenti, che si sentono decisamente cittadini di serie B, sono assai sensibili al richiamo della sindacalizzazione: chi può biasimarli?

(Da un rapporto del Senato Accademico della New York University)


Precari in Italia

Li chiamerei lavoratori flessibili e non precari, perchè la parola precario mi fa venire l'orticaria. Mi fa schifo chi mitizza i precari. La mitizzazione del precario non mi piace. Io stesso ho fatto il precario tanti anni all'università e non amo certo questo periodo, ma fare del precario una classe, come fa certa letteratura o certa filmografia, non è certo giusto. Chi mitizza la figura del precario con attività sindacale, letteraria o filmografica, mi fa letteralmente schifo e mi fa venire l'orticaria.

(Renato Brunetta, al Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro)

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