L'inizio potrebbe essere quello di un racconto di Edgar Allan Poe: c'è un'epidemia a bordo di una nave. La nave da crociera è la Pacific Dawn, più di 2000 persone a bordo, attraccata a Sydney il 25 maggio per sbarcare e imbarcare passeggeri in rotta verso la Grande Barriera Corallina.
Poi però qualcuno lì sopra ha iniziato ad accusare sintomi influenzali - 53 tra passeggeri ed equipaggio sono risultati positivi ai test di laboratorio dell'influenza suina. E dopo tre nuovi casi tra i membri dell'equipaggio, la nave ripartita da Sidney ha iniziato a navigare verso un non-dove. Era inizialmente diretta verso il North Queensland dove avrebbe dovuto fare scalo a Cairns e Port Douglas, ma dopo avere atteso inutilmente l'autorizzazione ad entrare in porto ha fatto rotta verso Brisbane. A Brisbane il (piacevole) destino dei passeggeri della Pacific Dawn è stato legato ai risultati di 10 test di laboratorio, uno dei quali tardava ad arrivare. Avuta conferma dei risultati negativi, la nave ha fatto ritorno anticipato a Sydney.
Per una settimana la Pacific Dawn è stata il simbolo fluttuante della crisi dell'influenza suina: alcuni passeggeri sbarcati a Sydney sono stati fatti sloggiare dai loro alberghi da proprietari di hotel un po' nervosi per la cattiva pubblicità; ma è anche vero che ha concorso non poco alla diffusione del virus. Casi direttamente collegati a contatti avuti con persone a bordo sono stati tracciati a Canberra, nel New South Wales, Queensland, South Australia e Victoria, contribuendo a raddoppiare in poco tempo il numero dei casi nazionali.
Tra qualche giorno la Pacific Dawn salperà, con il tutto esaurito a bordo, per una crociera nel mare di Tahiti. La lussuosa nave disegnata da Renzo Piano è in fondo il posto migliore in cui, se proprio si deve, finire confinati in quarantena.
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