Non è che sia di gran consolazione la stroncatura di Baarìa da parte del New York Times:"Gli spettatori più benevoli concluderanno che questo film da due ore e mezza è davvero poco più che aria fritta." Dopo gli abusi denunciati dalla LAV, sarebbe stato un bel segno di civiltà non candidare il film di Tornatore agli Oscar.
In Italia è un reato penalmente perseguibile uccidere un bovino senza stordimento e al di fuori di un macello autorizzato, tant'è che il film è stato girato in Tunisia. Un aggiramento delle leggi che squalifica moralmente regista e cast.
In fondo non è complicato prendere posizione: da una parte c'è una vita - importa che non sia umana? e lasciamo stare i macelli, etc. iniziamo a ragionare su questo abuso perché se tolleriamo anche queste cose allora non c'è speranza che la nostra diventi una società non più centrata sullo sfruttamento intensivo degli animali - dall'altra il suo sacrificio per l'incasso di un film. Si sa che quel che importa è sempre il business, ma adesso bisognerà anche sorbirsi le sussiegose disquisizioni sull'arte come se uccidere un animale per esigenze di copione fosse la cosa più normale del mondo. E' arte, però, qualcosa che non mostra compassione per i più deboli ma li calpesta?
Il vero esame morale dell'umanità, l'esame fondamentale (posto così in profondità da sfuggire al nostro sguardo) è il suo rapporto con coloro che sono alla sua mercé: gli animali. E qui sta il fondamentale fallimento dell'uomo, tanto fondamentale che da esso derivano tutti gli altri. (Milan Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere)
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