Prime persone incontrate sull'autobus con la mascherina.
Intanto però c'è anche una storia poco chiara di alcune persone coinfettate con il virus H5N1 e il nuovo A/H1N1. La notizia, apparsa qualche giorno fa sul giornale egiziano Almasry, riportava il caso di un giovane egiziano di ritorno da un pellegrinaggio in Arabia Saudita.
Stante l'incubo che i due virus possano ricombinarsi, la notizia ha ricevuto molta attenzione in ProMED-mail, il sistema globale di segnalazione elettronica per focolai di malattie infettive emergenti e di tossine, supportato dall'International Society for Infectious Diseases , dove è stato sollevato qualche dubbio . Ed infatti il CDC americano ha smentito la doppia infezione influenza aviaria/influenza suina. Dai test di laboratorio, risulta che il paziente è positivo all'A/H1N1 ed al virus influenzale H3N2. Ad oggi il 5% dei soggetti che hanno sintomi influenzali sono infettati dai due ceppi.
Secondo un'agenzia dell'Adnkronos, però, ci sarebbero altre due persone sospettate di una co-infezione influenza aviaria e influenza suina - tra questi anche un turista italiano di 35 anni che al momento è ricoverato all'ospedale di Hurghada.
Questa storia riporta al timore che il virus A/H1N1 muti o si ricombini con un altro virus in una forma più aggressiva. Difficile dire quanto sia probabile questo evento. Un articolo pubblicato su PloS Currents: Influenza puntualizza che il virus A/H1N1 è perfettamente adattato all'uomo - lo vediamo dalla rapidità con cui si trasmette - ed è quindi poco probabile un riassortimento. Uno dei principi fondamentali dell'evoluzione virale è che il virus ha bisogno di un ospite per attivarsi, e la virulenza gioca a sfavore della trasmissibilità uccidendo l'ospite. Questo potrebbe spiegare il motivo per cui non si è ancora osservato un aumento della virulenza. Un virus più aggressivo, infatti, dovrebbe essere ancora più trasmissibile, ovvero dovrebbe diffondersi più rapidamente di quanto già non faccia.
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