venerdì 30 ottobre 2009

A/H1N1: verso il picco pandemico

Ora che è in arrivo anche da noi l'ondata pandemica, la domanda ricorrente è se siamo pronti ad affrontarla. I dati di sorveglianza epidemiologica dello European Centre for Disease Prevention and Control (la mappa qui sotto) mostrano che tra i paesi europei siamo tra quelli che finora hanno avuto il minor numero di casi mortali. E' probabile quindi che in queste settimane i casi fatali per ragioni statistiche aumenteranno - come affermava l'epidemiologo Irving Selikoff, le statistiche sono persone a cui sono state tolte le lacrime - anche se, è tipico dell'influenza, una distribuzione a macchia di leopardo e non è detto che i tassi di mortalità siano pressoché uniformi nei paesi europei.

Fonte: European Centre for Disease Prevention and Control

I dati di sorveglianza epidemologica dell'ECDC parlano di 1494 ospedalizzazioni fino al 18 ottobre ma manca il dato da fonte ufficiale sul numero di ricoveri in terapia intensiva. Un migliore coordinamento tra i centri nazionali e l'ECDC e una migliore comunicazione dei dati non guasterebbe.

I dati dell'Epicentro (il Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute) mostrano che la fascia d'età dove l'incidenza è maggiore è la fascia pediatrica (0-14 anni)

Mentre l'incidenza totale nell'ultima settimana di ottobre è di 3/4 casi ogni 1000 assistiti. Anche se una ricerca pubblicata dal CDC di Atlanta e dalla HarvardSchool of Public Health su Emerging Infectious Disease, che ha analizzato i dati americani nel periodo di Aprile-Luglio, suggerirebbe che le reali dimensioni della pandemia sono più estese di quanto i dati ufficiali non possano riportare.

Come evidenziato in alcune ricerche e dallo stesso WHO, la preoccupazione maggiore è ora in quel piccolo sottogruppo di pazienti che vengono ricoverati in terapia intensiva. In Australia e Nuova Zelanda (circa 30 milioni di abitanti) per 68 pazienti è stato necessario ricorrere all'ossigenazione extracorporea utilizzando la sofisticata apparecchiatura dell'ECMO, presente in 15 centri. La percentuale di pazienti per i quali è necessario questo trattamento è piccola, non c'è bisogno che di questa apparecchiatura siano dotati molti ospedali, ma da noi l'ECMO, e il personale adeguatamente addestrato al suo utilizzo, è presente in pochi centri (5) tutti nel Centro-Nord. Si è fatto abbastanza in questi mesi per assicurare a tutta la popolazione lo stesso livello di trattamento o i casi mortali saranno concentrati al Sud?

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