Secondo un editoriale del New York Times ci sarebbe più disponibilità di vaccino pandemico se si tenesse conto del fatto che secondo alcune ricerche, l'effetto del vaccino sull'organismo umano dipende dal sesso e dall'età e che generalmente le donne producono una risposta immunitaria più forte degli uomini. In particolare, i risultati di uno studio condotto nel 2004-2005 suggerirebbero che mezza dose di vaccino potrebbe essere sufficiente per rendere immuni le donne dal virus A/H1N1. Somministrare alle donne dosi inferiori di vaccino, hanno notato al New York Times, avrebbe sostanzialmente due vantaggi: minor rischio di effetti collaterali nelle donne stesse e una maggior disponibilità di vaccino pandemico anche per i paesi più poveri.
E' vero? Secondo il virologo Vincent Racaniello, è difficile interpretare i risultati dello studio in quel senso: la risposta immunitaria sembrerebbe dipendere dal ceppo virale (sembra essere vero per i virus H3N1 ma non per i virus H1N1) e servirebbero altri studi clinici per approfondire a questo problema.
Il pericolo sarebbe quello di stanziere milioni per decidere se immunizzare le donne con una quantità inferiore di vaccino,e nel mentre potrebbe emergere un nuovo virus che a sua volta non indurrebbe una risposta immunitaria diversa nei due sessi. Meglio investire, le conclusioni di Racaniello, in nuove tecniche per produrre più vaccino.
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