Per la prima volta nella storia della medicina si sta osservando in tempo reale, grazie ad internet ed ai sistemi di sorveglianza pensati per le emergenze SARS ed aviaria, il progredire dell'epidemia, ed ogni giorno si aggiunge un mattoncino alla sua comprensione. Le cose che si conoscono si affrontano con meno paura.
Nelle pandemie del passato, la maggior parte dei casi mortali era associata ad una o più infezioni batteriche concomitanti. Finora i report clinici su casi mortali (americani) di influenza suina non avevano evidenziato segni di coinfezione batterica, facendo intravedere una novità.
Ora è uscita una early release del CDC che ha analizzato 77 casi mortali registrati tra il 1 maggio e il 20 agosto in 8 stati americani da cui viene fuori una fotografia dell'influenza A/H1N1 più simile alle precedenti pandemie.
Infatti in 22 casi su 77 (29%) si sono riscontrate co-infezioni batteriche , metà delle quali causate dallo pneumococco, cosa che sottolinea l'importanza, come riporta il CDC, della vaccinazione anti-pneumococco per le categorie a rischio.
Naturalmente 77 casi non sono rappresentativi di tutti i casi mortali e il report del CDC è solo una early release, ma la buona notizia è che il virus A/H1N1 sembrerebbe non agire in modo sostanzialmente differente rispetto agli altri virus influenzali. E' interessante capire anche perché dai precedenti report clinici non sono emerse co-infezioni batteriche. Probabilmente i test di routine non riescono a identificarle, mentre i tessuti dei 77 campioni sono stati analizzati usando tecniche più sofisticate come la PCR e l'immunoistochimica.
2 commenti:
quello che stavo cercando, grazie
leggere l'intero blog, pretty good
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