Da una parte c'è uno studio canadese secondo cui chi si vaccina per l'influenza di stagione ha un rischio due volte superiore, rispetto a chi non si vaccina, di contrarre l'influenza suina.
Dall'altra c'è uno studio messicano secondo il quale l'influenza di stagione ha un effetto protettivo contro l'influenza suina.
Le conclusioni dello studio canadese sono state riportate in un articolo non ancora pubblicato ma sotto peer-review di cui si sa abbastanza poco perché gli autori, per la politica di embargo della rivista a cui è stato sottomesso, non possono divulgare i risultati. Si sa che la ricerca è stata condotta su circa 2000 residenti nella Columbia Britannica, in Quebec ed in Ontario. Che questo, come è stato ribattezzato, "problema canadese" o eccesso di rischio tra gli immunizzati per l'influenza di stagione non è stato riscontrato né nei dati americani a disposizione dei CDC né in quelli australiani. E nonostante lo stesso il WHO non sia molto convinto da questa strana evidenza, le autorità canadesi del Quebec, dell'Alberta e dello Saskatchewan hanno sospeso la vaccinazione per l'influenza stagionale per chi ha meno di 65 anni, posticipandola a gennaio in attesa che passi l'ondata di influenza suina.
I risultati della ricerca messicana invece sono stati pubblicati sul British Medical Journal. Si tratta di un piccolo studio, su 240 pazienti, che evidenzierebbe che chi è stato immunizzato con il vaccino trivalente contro l'influenza di stagione ha avuto un rischio significativamente minore di contrarre l'influenza suina.
I due studi si contraddicono a vicenda, ma è probabile che entrambi siano sbagliati, ovvero che non c'è associazione tra la vaccinazione contro l'influenza di stagione e l'influenza suina.
1 commento:
good start
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