lunedì 7 dicembre 2009

Verso Copenhagen passando per Berlino


La 15-esima conferenza ONU sui cambiamenti climatici nel bene e nel male traccerà la direzione che i governi vorranno (o non vorranno) percorrere per prendersi cura del nostro pianeta.

Venerdì 4 dicembre invece si è tenuta a Berlino la seconda conferenza internazionale sul clima Reconsidered the climate change, una sorta di contro-conferenza a cui hanno partecipato molti dei cosiddetti "scettici" o negazionisti del surriscaldamento globale, e che in un report edito a giugno 2009 così giustificano il loro lavoro:

Before facing major surgery, wouldn't you want a second opinion? When a nation faces an important decision that risks its economic future, or perhaps the fate of the ecology, it should do the same. It is a time-honored tradition in science to set up a "Team B," which examines the same original evidence but may reach a different conclusion. The Nongovernmental International Panel on Climate Change (NIPCC) was set up to examine the same climate data used by the United Nations-sponsored Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC).

La critica fondamentale che rivolgono all'IPCC è quella di essere un organismo formato da ricercatori finanziati dai governi per valutare le informazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche rilevanti per la comprensione dei mutamenti climatici indotti dall'uomo, degli impatti potenziali dei mutamenti climatici e delle alternative di mitigazione e adattamento disponibili per le politiche pubbliche (Wikipedia).

Al contrario l'NIPCC si qualifica come organismo non-governativo, dunque indipendente, che non parte dall'assunzione a priori che i cambiamenti climatici abbiano una causa antropica.

Ma il Team B è realmente indipendente quando ha alle spalle i sostanziosi finanziamenti dell'industria petrolifera (come documenta in dettaglio il dossier exxonsecrets.org di Greenpeace)? Ovviamente, non c'è nulla di male che l'industria finanzi studi e ricerche, purché tutto avvenga nella massima trasparenza, dichiarando i conflitti d'interesse.

E' una cosa importante perché quanto sia difficile fare un'analisi dei dati in maniera totalmente indipendente lo dimostra un piccolo esperimento condotto dall'Associated Press che ha chiesto a quattro esperti indipendenti di statistica di analizzare i dati di temperatura fonte Noaa (l'americano National Oceanic and Atmospheric Administration), rilevate con strumenti posti al suolo e disponibili per gli ultimi 130 anni, insieme alle rilevazioni satellitari (disponibili per gli ultimi trent'anni).

Nessuno degli esperti - tutti membri dell'American Statistical Association - sapeva da dove provenivano i dati e la ragione dell'analisi: a loro era stato semplicemente chiesto di individuare un trend.

Recentemente si sono fatte sempre più insistenti le voci, riportate anche dai media (BBC, Le Monde), di un processo di raffreddamento globale. Ne hanno scritto nel loro nuovo best-seller SuperFreakonomics, Levitt e Dubner:

While the drumbeat of doom has grown louder over the past several years, the average global temperature during that time has in fact decreased.

Secondo un sondaggio di Pew Research, poi, solo il 57% degli americani pensa che ci sia una convincente evidenza scientifica a favore del riscaldamento globale, contro il 77% nel 2006.

Dunque il nostro pianeta si sta raffreddando come raccontano gli scettici?

Il risultato finale del piccolo esperimento dell'Associated Press, pur con tutti i limiti di analizzare dati al di fuori del loro contesto (e quanto l'analisi possa essere realmente informativa), ha visto tutti gli esperti concordi nell'affermare che quei dati non supportano l'ipotesi di un abbassamento delle temperature. L'anno più caldo di tutti è stato il
1998, dopo le temperature hanno subito oscillazioni che riflettono una variabilità casuale, senza delineare un trend verso il raffreddamento. Al contrario ci sarebbe un trend verso l'innalzamento: la media mobile delle temperature degli ultimi 5 anni è più elevata di tutti gli anni precedenti. Ed alla stessa conclusione si arriva se, come preferiscono i fautori della tesi del raffreddamento globale, si utilizzano esclusivamente i dati satellitari.

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