venerdì 1 gennaio 2010

Le peggiori idee del decennio


 
 

Nel bilancio delle cose peggiori che hanno caratterizzato questo decennio il Washington Post mette il movimento anti-vaccinazioni.

Durante l'emergenza sanitaria H1N1 questo movimento di opinione, piuttosto aggressivo negli US dove raccoglie anche star di Hollywood, si è visto all'opera con personaggi vari che, innegabilmente, hanno un certo seguito - su Youtube cliccatissimo il video una suora benedettina che sosteneva come il WHO avesse il potere di imporre un programma di vaccinazioni obbligatorie .

Il movimento anti-vaccinazioni è nato nei primi anni Duemila sulla base di alcuni studi scientifici (da punto di vista metodologico poco rigorosi ) che attribuivano ai vaccini pediatrici la causa dell'autimo.

e sul Washington Post viene definito come "one of the most catastrophically horrible ideas of the decade".

In particolare la controversia vaccini-autismo risale ad un articolo pubblicato su Lancet nel 1998 da Andrew Wakefield, un gastroenterologo che lavorava al morbo di Chron, su uno studio condotto su un piccolo numero (dodici) di bambini autistici. Secondo Wakefield il virus vaccinale del morbillo del vaccino trivalente (morbillo-parotite-rosolia) produceva un'alterazione delle cellule epiteliali dell'intestino che modificava la permeabilità intestinale, portando ad un assorbimento di tossine ed a lesioni dei neuroni cerebrali con esito nell'autismo.Gli studi successivi (condotti su campioni più grandi di soggetti) hanno negato in maniera definitiva qualunque rapporto di causa effetto tra vaccino trivalente e autismo.

Eppure, nonostante le evidenze scientifiche, oltreoceano il movimento anti-vaccini si è fatto sempre più forte iniziando ad incidere anche sulle politiche di sanità pubblica. Il Washington Post cita il dato della California dove rispetto al 1997 è raddoppiato il numero di bambini che non vengono vaccinati (si perde in questa maniera la cosiddetta immunità gregge, la capacità di una società di resistere collettivamente ad una malatta infettiva rendendo più difficile il contagio quando la maggioranza della popolazione è immunizzata).

Ma l'effetto più insidioso che si porta dietro è, come definisce il WP, filosofico. I seguaci del movimento contribuiscono a diffondere un sentimento di diffedenza nei confronti della scienza e dei ricercatori, che farebbero parte di un'elite a servizio di Big-Pharma.

Una paranoia, che però si alimenta dell'enorme e concreto problema dei conflitti di interesse che riguarda la ricerca biomedica e fa leva sul difficile rapporto tra il diritto dell'individuo di decidere della propria salute e la salute pubblica.

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