Ieri il Science and Technology Select Committee ha concluso i suoi lavori relativi ad una indagine sull'omeopatia. Il Science and Technology Select Committee è una commissione della Camera dei Comuni che ha come missione quella di consigliare il governo su tutto ciò che riguarda le questioni scientifiche di interesse nazionale e i suoi lavori (disponibili pubblicamente online) sono durati alcuni mesi .
Il verdetto, per usare le parole del Guardian, è stato devastante: la commissione ha infatti giudicato l'omeopatia totalmente inutile, non etica e ha chiesto che non venga più finanziata e riconosciuta dall'NHS (il servizio sanitario inglese). Chiede anche che l'agenzia regolatoria del farmaco (MHRA) non permetta che sulle etichette dei prodotti omeopatici vengano riportate affermazioni di carattere medico, e poiché non si tratta di farmaci, non devono più essere autorizzate dall'MHRA.
La parola fine all'omepatia era stata messa in un editoriale pubblicato nel 2005 su Lancet in cui tra l'altro si diceva:
"Ormai è finito il tempo delle analisi selettive, delle pubblicazioni distorte o dei nuovi investimenti in ricerche che non fanno altro che perpetuare la polemica tra omeopatia e allopatia. Oggi i medici devono essere franchi e onesti sia con i loro pazienti, riguardo al fatto che l' omeopatia non produce alcun beneficio, sia con se stessi, riguardo ai fallimenti della medicina moderna nel dare risposte al bisogno di cure personalizzate da parte dei loro assistiti."
Non ci sono studi scientifici di buona qualità che siano finora riusciti ad evidenziare una superiorità dei prodotti omeopatici rispetto all'effetto placebo. Le ricerche spesso citate a favore dell'omeopatia sono piccoli studi che presentano dal punto di vista metodologico molti limiti, che vengono sistematicamente taciuti.
C'è una cosa di cui però si parla poco a proposito dell'omeopatia che è invece giustamente sottolineata nel rapporto inglese, ed è la questione etica delle sperimentazioni cliniche che riguardano i prodotti omeopatici (in particolare nel Terzo Mondo). Si tratta di sperimentazioni non etiche.
Uno dei principi basilari di una sperimetazione clinica riguarda il consenso informato: i soggetti che entrano a far parte dello studio o i potenziali soggetti interessati a partecipare devono essere realmente informati, cioè devono capire cosa la terapia sta testando, qual è la probabilità di successo del trattamento ed anche gli eventuali effetti collaterali.
Nelle sperimentazioni con prodotti omeopatici, ai pazienti viene spiegato chiaramente che tipo di "farmaco" verrà loro somministrato? Se si facesse, bisognerebbe spiegare che in un rimedio omeopatico la sostanza attiva viene diluita in acqua a tal punto che, secondo quanto le leggi della chimica ci dicono, il prodotto finale non contiene più nemmeno una molecola della sostanza di partenza.
Quando si fanno sperimentazioni con rimedi omeopatici, bisognerebbe allora spiegare che il prodotto che si sta testando contro una terapia medica standard efficace è un qualcosa che va in contraddizione con tutto ciò che la scienza ha provato essere vero. C'è qualche omeopata che spiega queste cose?
Qui c'è il link ad uno studio pubblicato qualche anno fa sul trattamento della diarrea acuta nei bambini dell'Honduras: Homeopathic Combination Remedy in the Treatment of Acute Childhood Diarrhea in Honduras.
Sorvoliamo sul fatto che il rimedio omeopatico non è risultato efficace - sarebbe veramente stato sorprendente il contrario e il patetico tentativo degli autori di giustificare il risultato (A parziale spiegazione viene detto che "Other factors could be that the therapy was not administered correctly by parents in this study, or that it had lost its potency because of improper storage or handling before it was administered.) La sostanza utilizzata è l'arsenico. Per fortuna viene diluito tanto da diventare acqua fresca perché se non fosse così avrebbero somministrato un veleno. Ma la diarrea acuta nel Terzo mondo, a causa anche della malnutrizione, è causa di morbidità e mortalità. Tutto questo, l'arsenico diluito in un prodotto che (per fortuna!) non contiene più sostanze attive e dunque per la scienza tradizionale non serve a nulla, è stato spiegato ai bambini e ai loro genitori?
Ma sono etiche delle sperimentazioni come queste?
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