giovedì 8 aprile 2010

Grisha Perelman: molteplici destini

La sua ultima foto risale a qualche anno fa, quando un blogger lo vide sulla metropolitana - arruffato, scarpe rotte, jeans sporchi - e mise qualche scatto sul web.

Grigori Perelman come Banksy sono i due geni oscuri di questi anni inchiodati da internet come gatti in mezzo alla strada di notte abbagliati dai fari delle macchine.

Di Perelman si sentì parlare per la prima volta verso la fine del 2002, quando questo ricercatore dell'Istituto di Matematica Steklov di San Pietroburgo sostenne di aver risolto la congettura di Poincaré, lasciando sul web, come traccia, lampi di soluzione. Seguirli era come andare a caccia di stelle cadenti in una notte d'estate.

Nel 2000 il Clay Mathematics Institute, nel Massachusetts, aveva messo una taglia da un milione di dollari sulla congettura di Poincaré. Era uno dei problemi del millennio e la notizia ufficiale, di poco più di un paio di settimane fa, è che il premio è stato finalmente riconosciuto a Grigori Perelman.

Quattro anni fa Perelman fece molto rumore rinunciando alla medaglia Fields, il Nobel per la matematica, unico finora, perché: "I'm not interested in money or fame. I don't want to be on display like an animal in a zoo."

Da allora si sa che ha lasciato lo Steklov e continua a vivere, con una piccola pensione, in una casa popolare di San Pietroburgo, forse di quelle che sembrano tutte scorticate, con l'intonaco che cade a pezzi. Da dietro la porta del suo appartamento, dopo la notizia del premio da un milione di dollari, ha continuato a ripetere a giornalisti noiosi di non aver bisogno di nulla. Una sua vicina di casa ha raccontato che in quell'alloggio c'è solo un tavolo, uno sgabello, un letto con un materasso tutto sporco lasciato dagli inquilini precedenti e la compagnia di tanti scarafaggi... dopo aver tenuto l'infinito nel palmo della mano e vissuto in un'ora l'eternità.

Dicono anche che l'argomento matematica per lui sia diventato troppo doloroso e che l'abbia lasciata e passi le sue ore a giocare a ping-pong contro il muro, a schiacciare le mille solitudini che rimbalzano giorno dopo giorno.

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