mercoledì 22 settembre 2010

Finché vita non ci separi

E' quel che le assicurazioni sanno: che una persona tende a morire a breve distanza di tempo dalla scomparsa dell'amato compagno. Giulietta Masina e Federico Fellini, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. E ciascuno di noi magari nel suo piccolo ha conosciuto qualche coppia che dopo una vita passata in comune se ne è andata silenziosamente insieme. Insomma, se si dura in due, è per l'eternità; o almeno così sembra.

Psicologi, sociologi, epidemiologi l'hanno studiato a lungo: le persone sposate hanno una salute psico-fisica migliore di chi non è sposato; ma peggiore dei divorziati, dei separati e dei vedovi. Guadagnano anche di più, e questo lo sanno gli economisti.

Allora il matrimonio fa bene? Non sempre: il rischio di avere un attacco di cuore fra chi vive un matrimonio difficile è molto più alto, il triplo, di chi ha una vita coniugale felice - da cui, a vedere le statistiche sulle malattie cardiovascolari, si direbbe che non sono in molti a vivere un matrimonio felice.

E se è meglio essere in coppia piuttosto che da soli, sarebbe banalmente meglio essere felici in due, piuttosto che condividere l'infelicità, soprattutto perché i divorziati subiscono uno stress tale da cui difficilmente si riprendono, tanto che soffrono un rischio di malattie cardiovascolari il 20% più alto degli sposati.

Ma perché il matrimonio potrebbe- condizionale - far bene alla salute? Probabilmente perché in due si ha una rete sociale più ampia. Naturalmente non dimenticando il vecchio adagio "meglio soli che male accompagnati".

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