lunedì 29 novembre 2010

La riforma Gelmini vista da un tetto

L'ho visto il video del ministro Gelmini: 8'22'' per chiedere agli studenti e ai ricercatori di non farsi strumentalizzare, di non difendere gli interessi dei baroni, perché la riforma è a favore del merito.

E ho letto anche editoriali come questo di Pierluigi Battista sulla scalata sbagliata: "le proteste sui tetti e sui monumenti (a proposito: che ne è in questo caso della tutela e della sicurezza dei nostri beni culturali?) (a proposito, sempre spiritosi i nostri editorialisti, ndb) [...] si tingono di conservatorismo, difesa dello status quo, fatalismo, rassegnazione nei confronti di qualunque riforma che abbia, appunto, il merito come sua base fondante."
A voler essere buoni e non pensare male che scrivono queste cose perché questa riforma piace tanto a Confindustria, mi viene da scrivere che non conoscono il contenuto del ddl Gelmini. E a seguire la diretta dalla Camera del dibattito parlamentari l'impressione è che neppure i deputati capiscano bene cosa stanno votando.
Paradossalmente è un articolo del New York Times, di un giornale d'oltre oceano a spiegare meglio quali sono le obiezioni che il mondo della scuola fa al ddl Gelmini. Insieme a questo editoriale di Chiara Saraceno:
La riforma Gelmini [...] dice di voler premiare il merito, ma, dopo aver operato un taglio robusto ai finanziamenti, distribuisce in base al merito solo il 7%  del finanziamento rimasto. [...]
Istituisce la figura del ricercatore a tempo, in analogia a quando avviene nella maggior parte dei paesi europei (ma non tutti)  e negli Usa, ma non fornisce alcuna garanzia che i concorsi per entrare nelle posizioni successive avverranno effettivamente con cadenza regolare, con il rischio di creare una massa di precari [...] 
Dice di voler invertire la fuga dei cervelli, ma i ricercatori italiani sono tra i peggio pagati nel mondo sviluppato [...]
Dice di essere dalla parte degli studenti, ma taglia le borse di studio, dopo che il taglio ai finanziamenti ha già ridotto la qualità delle prestazioni delle università. Il fondo che finanzia le borse di studio scenderà infatti da 96 milioni di euro nel 2010 a 70 nel 2011, tornando ai livelli del 1998. Ciò non è compensato da altri interventi per il diritto allo studio: alloggi, spazi di studio e così via rimangono in Italia una risorsa risicata, anche se con ampie variazioni. 
Non è vero che saliamo sui tetti o occupiamo i monumenti per chissà quale ragione: è miope non capire che  l'università già sotto finanziata con questa riforma viene destinata a un regime di dieta drastica che rischia di ucciderla. E' miope non capire che il problema del precariato non verrà assolutamente risolto. L'unico orizzonte che ci rimane è quello che possiamo vedere dai tetti delle università.
Tra pochi giorni tornerà Telethon in televisione. Donate perché il futuro della ricerca dipenderà sempre di più dalla vostra beneficenza di Natale.

 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Volevo segnalare circa Telethon che finanziandolo si finanzia la vivisezione http://www.agireora.org/info/news_dett.php?id=390 quindi la sofferenza e la morte di migliaia di esseri senzienti.
Saluti