giovedì 30 dicembre 2010

Le fabbriche dell'influenza

Helen Branswell è una delle migliori 'flu reporter' che si occupa del complicato mondo dei virus influenzali nel contesto della salute pubblica ed ha scritto un interessante articolo per Scientific American sugli allevamenti di maiali: le "fabbriche dei virus influenzali".


Da quanto la pandemia H1N1 ha reso evidente quanto siano imprevedibili i virus che circolano nel mondo animale, che possono fare il salto di specie e passare agli uomini, si è discusso molto della necessità di monitorare gli allevamenti intensivi, che sono le potenziali culle delle prossime pandemie. Gli scienziati, specialmente in Asia, hanno imparato molto su aviaria e SARS dalla sorveglianza degli allevamenti di polli e dei volatili, ma si conosce molto poco sui virus che infettano quasi un miliardo di suini nel mondo.


Questa attività di monitoraggio finora è andata molto a rilento. Perché? Secondo Helen Branswell, che descrive la realtà americana, gli allevatori sono molto riluttanti nel comunicare le loro informazioni con gli operatori di sanità pubblica, e i risultati dei test antifluenzali non vengono comunicati. Un altro dei problemi legati all'attività di sorveglianza è la tempestività dei controlli. Spesso quando viene accertato un caso di contagio diretto animale-uomo si arriva tardi nell'allevamento: i maiali sono già andati al macello e diventa impossibile risalire allla fonte del contagio. 
I sistemi di sorveglianza necessariamente richiedono il supporto degli allevatori che sono invece riluttanti nel fornirlo e considerano i sistemi di sorveglianza come un'occasione del governo di mettere il naso nei loro affari. 

Ma se negli US, CDC e il ministero dell'Agricoltura hanno deciso di affrontare in maniera seria il problema della sorveglianza degli allevamenti intensivi, nonostante la riluttanza degli allevatori, il prossimo virus pandemico potrebbe emergere dalla Cina che alleva intensivamente quasi la metà dei suini del mondo e in materia di monitoraggio sta facendo molto poco.

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