giovedì 17 marzo 2011

Fukushima: il problema della comunicazione del rischio

Peter Sandman è uno dei più noti esperti di comunicazione del rischio (intervenuto più volte per spiegare su come gli esperti dovrebber fare una corretta informazione anche durante l'emergenza pandemia di influenza H1N1)

Nei giorni scorsi sono state molto drammatiche le parole del commissario europeo all'Energia Oettinger: in Giappone si parla di apocalisse e credo che la parola sia particolarmente ben scelta.

Sul suo sito web, The Peter Sandman Risk Communication website, rispondendo alle domande di un reporter sull'allarmismo che si è creato attorno a Fukushima, Peter Sandman dà un giudizio su come i rischi e le conseguenze di questo incidente nucleare sono comunicati da parte degli esperti e delle autorità competenti.


Il problema centrale [di comunicazione del rischio] nasce dall'incapacità di sapere quanto la situazione è sotto controllo e cosa potrebbe succedere se le cose peggiorano. Gli esperti giapponesi non sono stati di aiuto nel capire tutto questo. Peggio ancora, il modo in cui finora hanno comunicato l'evolversi della situazione ha incoraggiato a sospettare che non diceano tutta la verità e che non sappiano cosa devono fare.
Quali sono gli scenari che gli esperti tentano di prevenire? Il mondo ha diritto di saperlo, ed ha il diritto di giudicarli severamente per non essere trasparenti. Ancora più importante, il mondo non può far altro se non congetturare su ciò che potrebbe accadere e che funzionari o troppo irresponsabili non prendono in considerazione o troppo vili non rivelano.
In questa situazione, è la speculazione su quanto di peggio potrebbe accadere ad avere, in maniera comprensibile, più risalto - soprattutto perché finora i fatti sono sempre andati in senso contrario alle rassicurazioni di questi funzionari.Idealmente, una comunicazione corretta avrebbe dovuto anticipare queste reazioni, gli esperti avrebbero dovuto condividere pubblicamente le loro preoccupazioni sugli sviluppi dell'incidente.
Il consiglio dei comunicatori del rischio è quello di portare al pubblico lo stesso livello di preoccupazione che gli esperti stanno vivendo, cercando di dare risposte a cosa nel breve termine è (i) più probabile che accada;
(ii) qual è lo scenario peggiore che non si può escludere come troppo improbabile e di cui bisogna preoccuparsi
Dal momento che gli esperti giapponesi hanno evitato di rispondere alla seconda di queste domande, l'allarmismo ha preso il sopravvento.
[..]
L'altro grande errore di comunicazione del rischio è stato quello di presentare informazioni rassicuranti in un modo tale da mostrare mancanza di rispetto per le paure della gente normale. La maggior parte delle persone non è in preda al panico. Sta cercando di capire come comportarsi. Non sono stati aiutati da informazioni rassicuranti di esperti che sembrano credere che siano tutti stupidi.

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