sabato 17 settembre 2011

Il nome della rosa


Vi ricordate Il nome della rosa di Eco? mi è tornato in mente adesso che si parla di una nuova versione riveduta e corretta che dovrebbe uscire a 30 anni di distanza dalla prima edizione.
E mi è tornato in mente perché credo che a tutti ci sia piaciuto il senso del romanzo: la fallibilità della ragione, il riso come arma di difesa dal fanatismo.
Ecco proprio quest'ultima cosa mi ha fatto pensare: chi più di noi italiani ha preso per oro colato, forse anche per una naturale inclinazione di carattere, questa cosa della risata come antidoto al fanatismo? E infatti non siamo noi forse ad avere un premier barzellettiere, ridanciano, sempre di buon umore? Uno insomma tutt'altro che fanatico, che non si prende troppo sul serio, tanto da fare il primo ministro così, a tempo perso, in scioltezza ed eleganza?
L’altra sera è andato ospite alla festa del parlamentare ed editore Angelucci nella villa sontuosa che fu della Loren sui Castelli Romani. Nessuno è risultato più allegro e gigione. Barzellette, aneddoti, si è perfino inginocchiato per celia davanti al padrone di casa. La serata ha avuto il suo top con meravigliosi fuochi d’artificio, inframmezzati da musiche di Strauss e di Morricone. Sono così tanto piaciuti al premier, che ha subito contattato la ditta per uno spettacolino in Sardegna, quando riceverà qualche leader straniero. (La Stampa, 17/09/11)
Ecco non si dica che noi italiani siamo irresponsabili, inaffidabili, incostanti perché noi nelle cose sappiamo andare in fondo per davvero al limite dell'ostinazione. La cronaca lo dimostra. E' solo che non lo facciamo con le cose serie.

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