lunedì 26 novembre 2007

Cellule staminali

Stemcellbreakthrough

Le rivoluzioni scientifiche spesso si fanno attorno a idee tanto geniali quanto semplici.

Nel 1997 fu la volta di Dolly: il primo animale clonato fu il risultato del trasferimento del nucleo di una cellula adulta in un ovocita non fertilizzato e di una ignota combinazione di fattori nell'ovulo che riprogrammarono le cellule adulte.

Quattro anni fa Junyng Yu e J.A Thomson - uno dei pionieri della ricerca sulle cellule staminali embrionali - all'Università di Madison-Wisconsis (US) e Shinya Yamanaka all'università di Kyoto indipendentemente avviarono una ricerca per studiare i fattori genetici che presiedono a quella riprogrammazione.

Il tentivo di riprodurre ciò che avviene nell'ovulo, si è trasformato nell'esperimento riuscito- pubblicato su Science dal gruppo di ricerca americano e su Cell da quello giapponese - di creare cellule che si comportano come se fossero staminali, per le quali non occorre creare embrioni ad hoc o utilizzare quelli in sovrannumero. "La realtà è che nessuno di noi ha mai immaginato che potesse essere così semplice. Già da subito sono migliaia i laboratori negli Usa in grado di ripetere quanto ci è riuscito" (La Stampa)

Anticipando i risultati di queste due ricerche, lo scienziato Ian Wilzmut, il creatore di Dolly, ha annunciato di abbandonare il campo di ricerca delle cellule staminali embrionali per lavorare sulle nuove tecniche:"estremamente appassionanti". Sicuramente non compromettente sul piano etico.

Secondo J. Thomson, che nel 1998 diede inizio alla ricerca sulle cellule staminali, in un'intervista al New York Times, lo scontro etico attorno alla distruzione dell'embrione tra dieci anni sarà solo più una simpatica nota a margine della storia. Ed è lui stesso a sottolineare che "If human embryonic stem cell research does not make you at least a little bit uncomfortable, you have not thought about it enough. I thought long and hard about whether I would do it." [Se la ricerca sulle cellule staminali embrionali umane non fa sentire un po' di disagio vuol dire che non si è riflettuto abbastanza. Io ho pensato a lungo se lavorarci su.]

Anche se qualcuno esprime riserve e tiene a precisare che dal punto di vista etico non cambia nulla perché i risultati sulle cellule staminali adulte si devono alla ricerca sulle quelle embrionali.
Dichiarazioni che sanno di guerra ideologica e di finanziamenti appunto, mentre sarebbe giusto distinguere la ricerca che risponde solo all’arroganza intellettuale degli scienziati, da quella che risponde al concreto sviluppo di terapie per malattie terribili, come fa notare l'epidemiologo torinese Vineis nel suo ultimo libro Equivoci bioetici.

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