martedì 8 gennaio 2008

Cronache dall'universo

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Cosa sarà mai questo nostro universo? Un sogno, e la nostra mente il teatro, l'unico teatro, su cui si rappresenta tutto quanto avviene, il recipiente che contiene tutto, assolutamente tutto, al di fuori del quale non esiste nulla.


Nel Novecento la fisica fu travolta dall'onda quantistica. Il realismo di Einstein, l'oggettività dell'universo, si dissolse nel mondo dei quanti: l'universo non si trova in uno stato puramente oggettivo. Un sistema fisico si comporta in modo diverso a seconda della conoscenza che ne ha l'osservatore. La teoria quantistica riportò alla ribalta l'idealismo di Platone, Berkeley, Schelling, Hegel.
Un articolo molto piacevole scritto da Brian Withworth, professore alla Massey University, Albany, New Zealand dove insegna Teoria dell'Informazione, esplora l'idea che l'universo sia una realtà virtuale frutto del processo di elaborazione dell'informazione


Se un secolo fa Bertrand Russell demolì l'idea che la vita fosse un sogno sulla base dell'argomento del rasoio di Occam, oggi è la teoria virtuale, più semplice rispetto a quelle che si arrampicano sull'albero della realtà oggettiva, ad avere il rasoio dalla parte del manico. L'universo sembra più simile a una grande pensiero che non a una grande macchina governata da leggi. Ma se l'universo è virtuale anche noi lo siamo, avatar di un'illusione, ignari attori e spettatori del copione che mettiamo in scena.


E questo è quànto.

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