E' vacanza anche per l'A/H1N1? Basta dare un'occhiata a Google Health Swine Flu per farsi un'idea della copertura mediatica che viene riservata alla nuova pandemia. Molte storie, molte notizie da tutto il mondo. Forse perché, e sono parole di Albert Camus, "per dire semplicemente quello che s'impara in mezzo ai flagelli: che ci sono negli uomini più cose da ammirare che non da disprezzare"? Forse perché queste occasioni sono lenti speciali attraverso cui osservare il nostro tempo.
Ci sono paesi dove quasi non se ne parla dell'influenza suina, come il nostro; altri, come la Gran Bretagna, in cui nelle settimane scorse, spesso è mancato il senso delle proporzioni. L'agenzia di stampa cinese Xinhua sta facendo una grosso lavoro raccontando cosa succede in ogni parte del mondo...tranne che in Cina. L'India sembra aver dimenticato tutti gli altri suoi problemi, riportando i dettagli di ogni singolo caso e dimenticando che nel traffico di Mumbai o Delhi muoiono ogni giorno più persone di quante finora a causa dell'influenza suina.
In ogni paese ci sono storie di ordinaria pandemia. A New York la famiglia della prima vittima americana sta facendo causa alla città per 40 milioni di dollari. Rabbini e mistici della Kabbala pregano su un aereo che sorvola il cielo di Israele perché l'influenza svanisca. In India, maestri yoga e santoni delle medicine alternative sono sicuri di poter prenire e curare la nuova influenza. In Vietnam, i pazienti in quarantena sono liberi di uscire dall'ospedale e andare al cafè o a comprare un film in DVD.
Gli esperti pubblicano molto sulle riviste specialistiche ma non si vedono o non si sentono quasi mai nei media ; spesso è sul web che si possono trovare analisi informate della situazione. Nei paesi latino-americani, non appena i casi iniziano a diminuire come in Argentina dopo il picco delle settimane scorse c'è voglia di dimenticare tutto e ci si getta sul calcio, gli scandali, il gossip, la cronaca nera. Più ava
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