Lungo documento del WHO con le raccomandazioni sulle strategie di vaccinazione.
Prima di tutto i dati sulla situazioni attuale: complessivamente nel mondo sono segnalati 440.000 casi confermati, che per ragioni già riportate, sono una notevole sottostima dei casi reali. Tra questi sono stati riportati al WHO 5700 casi mortali.
Gli adolescenti e i bambini sono i soggetti più colpiti; i tassi di ospedalizzazione più alti sono nella fascia di età 0-5 e 5-14, Tra l'1% e il 10% di chi ha avuto complicanze si è resa necessaria un'ospedalizzazione. Tra i pazienti ricoverati tra il 10% e il 25% è stato ammesso in unità di terapia intensiva e di questi una percentuale variabile tra il 2% e il 9% è deceduto.
Complessivamentee donne incinte al secondo o terzo mese rappresentano il 7% -10% dei pazienti ricoverati. Le donne incinte hanno inoltre un rischio 10 volte maggiore della popolazione generale di essere ricoverate in terapia intensiva.
Sulla base di questi dati, gli esperti dello Strategic Advisory Group of Experts (SAGE) on Immunization
Consigliano un vaccino monodose negli adulti e negli adolescenti, a partire dall'età di 10 anni. I dati sulla risposta immunitaria nei bambini tra i 6 mesi ed i 10 anni sono ancora limitati.
Per quanto riguarda la co-amministrazione del vaccino pandemico e quello stagionale, la raccomandazione è che entrambi o almeno uno siano inattivi. Seguendo l'indicazione del CDC è sconsigliata l'immunizzazione con entrambi i vaccini attenuati (il vaccino vivo attenuato è in genere più efficace del vaccino inattivo).
Per quanto riguarda la sicurezza del vaccino, il numero di effetti avversi osservati è in linea con quello atteso per i vaccini influenzali stagionali.
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