Proprio oggi, ancora a Napoli, la prima bambina (11 anni) vittima del virus A/H1N1. Inutile negare che quando si hanno notizie di bambini in terapia intensiva ci si chieda cosa c'è che non va.
Continuare a ripetere, come fa il sottosegretario alla salute, che l'influenza A/H1N1 è dieci volte meno aggressiva dell'influenza stagionale serve a poco, perché si confrontano due cose diverse (oltre al fatto di confrontare stime, nel caso dell'influenza stagionale, con numero di casi confermati in laboratorio per l'A/H1N1). Le caratteristiche epidemiologiche dell'influenza suina sono diverse da quella dell'influenza stagionale. Ed infatti nel documento conclusivo di un meeting organizzato a Washington dal WHO si è chiaramente evidenziato che "mentre
le persone con determinate condizioni cliniche di base, inclusa la gravidanza, sono noti per essere a maggior rischio, molti casi gravi si verificano in giovani precedentemente sani. In questi pazienti, i fattori predisponenti che aumentano il rischio di grave malattia non sono ancora stati compresi, anche se sono in corso ricerche."
L'influenza stagionale colpisce in misura più grave gli anziani e i bambini tra gli 0 e i 4 anni. Invece, proprio la scorsa settimana, si è registrato il maggior numero di casi di influenza suina nella fascia di età 5-14 anni. Negli Stati Uniti si stima che l'influenza ogni anno faccia circa 100 vittime tra i bambini nelle stagioni più critiche (88 lo scorso anno). Quest'anno la soglia dei 100 casi mortali in età pediatrica, negli States, è già stata raggiunta.
Per queste ragioni il Joint Committee on Vaccination and Immunisation americano ha raccomandato che vengano immunizzati tutti i bambini, ed infatti negli Stati Uniti si offre il vaccino, in aggiunta a chi rientra nei gruppi a rischio, anche a tutti coloro tra i 6 mesi e i 24 anni di età. Da noi per il momento il Ministero della Salute ha solo esteso le categorie prioritarie per la vaccinazione pandemica, stabilendo che, contemporaneamente al personale sanitario e socio sanitario, vengano vaccinate prioritariamente per l'influenza pandemica anche le seguenti categorie a rischio:
- le donne al 2° e 3° trimestre di gravidanza;
- le persone di età compresa tra 6 mesi e 17 anni affette dalle patologie riportate nell'ordinanza dell'11 settembre 2009 (art. 1, comma 2) e i bambini tra 6 e 24 mesi nati pretermine;
- gli adulti con meno di 65 anni affetti dalle patologie riportate nell'ordinanza dell'11 settembre 2009 (art. 1, comma 2).
La differenza con l'influenza di stagione sta anche in quello che viene definito dagli stessi esperti "il paradosso dell'influenza suina": si tratta di un'influenza tutto sommato lieve eppure le unità di terapia intensiva rischiano un eccesso di casi. E' bene ripetere che solo una minoranza sviluppa complicanze. Molti di questi - non tutti in quanto una percentuale significativa (30%-40%) è composta da giovani sani- hanno problemi cronici di salute, come asma, diabete o cardiopatie. Anche l'obesità si presenta come fattore di rischio, a differenza dell'influenza stagionale. Per inciso, da noi seguire l'andamento dell'epidemia non è così semplice, negli stessi rapporti dello European Centre for Disease Prevention and Control a proposito dell'Italia manca il dato sul numero di pazienti ammessi in terapia intensiva in quando non fornito da nessuna fonte ufficiale. Un'informazione più completa e trasparente sarebbe sicuramente più utile.
La macchina salva-vita nel circa 4% (il dato proviene da uno studio australiano e neozelandese) di coloro che vengono ricoverati in terapia intesiva si chiama ECMO. Nel sud Italia non c'è un solo ospedale che lo possieda e che abbia personale addestrato al suo utilizzo. In Australia/Nuova Zelanda con 30 milioni di abitanti ci sono 15 centri che possiedono questa attrezzatura, in Italia - 60 milioni di abitanti - pare che i centri siano 5 tutti nel centro-nord. In questi mesi si è anche pensato a questo problema o si è puntato solo sulla strategia vaccinazione - con una procedura che peraltro si sta dimostrando piuttosto farraginosa?
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