lunedì 2 novembre 2009

A/H1N1: come informa il ministero?

L'ho già scritto in alcuni post. Continuare a dire come fa il vice-ministro Fazio che non c'è bisogno di preoccuparsi perché ogni anno l'influenza stagionale fa vittime, e l'anno scorso ne ha fatte 8000, non solo non serve a nulla, dando semmai l'impressione di un certo cinismo, ma è anche scorretto, perché si confronta una stima (le 8000 vittime dell'influenza stagionale) con il numero di casi confermati in laboratorio che è sempre inferiore ad una stima.

Il fatto poi che i casi gravi dell'influenza A riguardino nel 90% dei casi soggetti con meno di 65 anni (a differenza dell'influenza di stagione) mostra chiaramente che i numeri da soli non sono sufficienti a dare un'immagine completa della situazione. Che la pandemia sia differente dall'influenza stagionale viene riportato anche in un rapporto di valutazione del rischio dello European Centre for Disease Prevention and Control del 25 settembre e nei documenti del WHO

Le ricerche epidemiologiche pubblicate in questi mesi utilizzando i dati della prima ondata pandemica negli States, come in Canada o in Australia e Nuova Zelanda, indicano chiaramente che c'è una percentuale significativa di soggetti sani (30%-40% secondo i dati del CDC americano) tra coloro che sviluppano complicanze. Nel documento conclusivo di un meeting organizzato a Washington dal WHO si è chiaramente evidenziato che "le persone con determinate condizioni cliniche di base, inclusa la gravidanza, sono noti per essere a maggior rischio, molti casi gravi si verificano in giovani precedentemente sani. In questi pazienti, i fattori predisponenti che aumentano il rischio di grave malattia non sono ancora stati compresi, anche se sono in corso ricerche." Hanno letto queste richerche al ministero?

Per tranquillizzare le persone, anziché ripetere che solo i soggetti con patologie croniche vanno incontro a complicanze, bisognerebbe spiegare in dettaglio quali sono gli strumenti con cui verranno fronteggiati negli ospedali i casi gravi che, questo va detto, sono una piccola percentuale dei contagiati, meno dell'1%, ma che rischiano, vista la diffusione del virus, di saturare i reparti di terapia intensiva. A questo proposito è decisivo, nei soggetti che sviluppano complicanze, che l'intervento medico sia tempestivo. Ma è importante che vada al pronto soccorso solo chi accusa problemi respiratori. Con febbre e tosse meglio ricorrere al medico di base e seguire le sue indicazioni.

A proposito di informazione, finalmente, Fazio ha annunciato che il dato sul numero di casi gravi e il numero delle vittime verrà reso noto per "esigenze di stampa". Il CDC americano pubblica settimanalmente tutti i dati sul numero di casi, ospedalizzazioni , decessi e relative caratteristiche epidemiologiche. Sul Guardian i dati inglesi sono accessibili e scaricabili sotto forma di foglio elettronico.  

Sull'ultimo rapporto dello European Centre for Disease Prevention and Control a fronte di 1494 casi ospedalizzati in Italia (il numero più alto a livello europeo), risultano 4 casi fatali (tra i più bassi). Forse finora siamo stati fortunati, complici anche le temperature abbastanza miti? In ogni caso è verosimile che nelle prossime settimane con l'arrivo della pioggia e del freddo i numeri si avvicinino a quelli degli altri paesi. E si vedrà anche se la strategia di vaccinare il 40% della popolazione si rivelerà oculata (in US per esempio il Joint Committee on Vaccination and Immunisation ha deciso di vaccinare in aggiunta alle categorie a rischio tutti coloro tra i 6 mesi e i 24 anni di età) nella gestione della pandemia che inevitabilmente diverrà un problema politico - sempre negli US qualcuno ne stanno già parlando come della Katrina di Obama.

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