La notizia non tanto inaspettata è stata la conferma da parte del WHO di una mutazione del virus, osservata in tre pazienti norvegesi. La notizie rimbalzava già da qualche giorno e per il momento non è fonte di allarme: i virus influenzali hanno un elevato tasso di mutazione, e questa mutazione è già stata osservata in altri paesi dall'inizio della pandemia risultando associata anche a casi lievi e non essendo presente in tutti i casi con complicanze.
L'altra notizia importante è la trasmissione da persona a persona di una varietà di virus resistente al'oseltamivir: in UK, in un ospedale gallese, tre persone hanno contratto il virus da altri due pazienti mentre erano ricoverate per altre ragioni -tutti i soggetti erano caratterizzati da un sistema immunitario compromesso. Casi di pazienti che sviluppano resistenza all'antivirale erano già noti, ma a parte un contagio, mai confermato, da persona a persona negli Usa, questa è la prima volta che si osserva un contagio da un malato ad una persona sana. Non si tratta di qualcosa di inaspettato osservare casi di varianti dell'influenza A resitenti ad antivirali soprattutto non è inaspettato osservare questo genere di eventi in pazienti il cui sistema immunitario è compromesso.
La preoccupazione risiede soprattutto nel contagio da persona-a-persona che si è verificato. Se la variante resistente agli antivirali infatti impara a passare da persona a persona, può diffondersi a livello di comunità. Questo per esempio, come spiega Richard Knox su National Public Radio, è quanto succede con i virus H1N1 responsabili dell'influenza stagionale, i quali sono resistenti a oseltamivir e zanamivir e sono portatori della stessa mutazione osservata nei virus pandemici H1N1 resistenti agli antivirali. Naturalmente i casi osservati in Galles non portano alla conclusione che il virus pandemico diventerà resitente al Tamiflu, però "That's the kind of thind we take seriously" ha dichiarato Anne Schuchat direttore del CDC's Center for Immunization and Respiratory Diseases nel press briefing settimanale del CDC.
Questa è la prima volta che si sta osservando in tempo reale il diffondersi di una pandemia. Non è strano quindi che ci sia incertezza su come interpretare l'evidenza che si sta raccogliendo. Sapere però che la rete di monitoraggio ha prontamente identificato una mutazione del virus - grazie anche al fatto che le sequenze genetiche dei virus vengono rese accessibili a tutti attraverso banche dati pubbliche come GISAID EpiFlu e GenBank dell'NCBI - significa che si sta seguendo la situazione con molta attenzione.
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