![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjY96QWfL95KKRyRhSUp6X02toZUNU1RnQVDpZEEqR80JyFNfivafJoXrb9IE7Hzebf4ktgbYaRn5eVIXrHPdaOWM8YwSR58bDc7dhd3VEuvDQrG6Rj8Z0B2nV8TmxHs2DiuSlo650zhIUR/s320/pianoHarwich.jpeg)
Mi piacerebbe se chi ha portato, al fondo di un sentiero sporco, quel pianoforte tornasse ogni sera a sedersi davanti alla tastiera e suonare. Suonare attraverso la notte e le stagioni; curvarsi e martellare le corde, estrarre dall'armonica una babele di suoni per renderli liberi. Suonare mentre l'inverno gonfia d'umidità il legno dolce della tavola, e mescolare nell'aria pungente una melodia sempre più cristallina, fino a che le ultime note rimaste sono una marcia da requiem che svanisce nel bosco.
Nessun commento:
Posta un commento