lunedì 11 gennaio 2010

Body scanner: sotto il vestito niente

I dubbi sui body scanner si sono concentrati sui pericoli per la salute associati a questa tecnologia, rilanciati anche da uno studio americano. Ma una questione altrettando interessante è se il loro impiego sia utile per davvero.

Nelle immagini finora diffuse ci hanno sempre mostrato una sagoma opacizzata nude-look con una pistola nascosta sotto i vestiti. Se i terroristi tentassero di salire su un aereo così non ci sarebbe bisogno di body scanner...

Se proprio dobbiamo rinunciare alla nostra privacy come minimo ci aspettiamo che questa apparecchiatura (costosa com'è oltretutto) sia in grado al 100% di individuare un terrorista che voglia salire a bordo con esplosivi e aggeggi strani. Sarà così? Ovviamente no. Ogni volta che andiamo in ospedale a fare un test diagnostico non abbiamo la certezza al 100% che il risultato sia corretto. C'è sempre un margine di errore e il test potrebbe dare un esito falsamente positivo (il test ci dice che siamo malati ma in realtà siamo sani) o falsamente negativo (il test ci dice che siamo sani ma in realtà siamo malati).

Nel caso dei body scanner spereremmo di non avere falsi negativi, cioè vorremmo che l'apparecchiatura identificasse tutti i terroristi con esplosivo. Il modo più semplice è fare in modo che il body scanner segnali come sospetto ogni passeggero: 0 falsi negativi ma tantissimi falsi positivi. Una situazione poco utile, ma se vogliamo un macchinario che sia altamente sensibile (che suoni ogni volta che qualcuno con dell'esplosivo venga monitorato) bisogna accettare l'eventualità che vengano segnalati un certo numero di falsi positivi, cioè che l'allarme scatti anche per persone "pulite".

Immaginiamo che investendo molti, molti, molti milioni di euro, degli ingegneri molto, molto bravi riescano a progettare (ammesso sia possibile) un body scanner che sia al 100% sensibile (0 falsi negativi) e al 99,99% specifico (1 falso positivo ogni 10000 passeggeri). Per sapere se il body scanner è realmente utile dobbiamo calcolare la probabilità che il suo allarme identifichi correttamente un passeggero con indosso dell'esplosivo.

Questa probabilità sarà tanto maggiore quanto maggiore è la probabilità che un terrorista tenti di imbarcarsi con l'intenzione di farsi esplodere in volo. Se quest'ultima probabilità è molto bassa, in linea teorica non vale la pena implementare questi sistemi di sicurezza. E' lo stesso principio in base al quale le campagne di prevenzione basate sullo screening, come per esempio la mammografia, sono inutilmente dannose (e costose) se rivolte alla popolazione generale (in cui la diffusione della malattia è bassa) ma sono utili invece se si concentrano nelle fasce di età a rischio.

Cerchiamo qualche dato sul volume del traffico aereo su google e troviamo sul sito dell' Airports Council International che i TOP 30 aeroporti hanno annualmente un traffico passeggeri internazionali pari a 827.754.226 (dato riferito al 2007). Quanti terroristi hanno cercato di farsi esplodere in volo? Che io ricordi, dal 2001 ad oggi (in 8 anni), ci sono stati:

- il tizio salito a bordo di un aereo con una bomba nelle scarpe;

- la decina di terroristi arrestati in UK nel 2006 (arrestati comunque grazie al lavoro di intelligence prima di arrivare in aeroporto) ;

- il nigeriano sul volo di natale per Detroit.

Dodici in tutto.

Quindi la probabilità che uno tra gli 827 milioni di passeggeri sia un terrorista pronto a farsi esplodere è pari a circa (12/8)/827.000.000. Da questo dato possiamo calcolare che la probabilità che l'allarme del body scanner segnali correttamente un terrorista è di circa 1 su 18.000, ovvero 0,000018.

E' così ridicolmente bassa che viene il sospetto che il nigeriano con l'esplosivo negli slip all'ennesimo falso allarme probabilmente sarebbe passato inosservato anche attraverso il body scanner.

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