lunedì 8 novembre 2010

Colera ad Haiti: cattive acque

Non è possibile identificare l'esistenza del colera asiatico precedentemente al 1769. Prima di quel periodo la maggior parte dell'India era sconosciuta ai medici Europei: e probabilmente questo è il motivo per cui la storia del colera non risale ad un periodo più remoto. [...] Nel giugno del 1814 il colera è apparso nel primo battaglione del nono reggimento  NI durante la marcia da Jaulnah a Trichinopolu. (Come si trasmette il colera, 1854 - la celebre opera di John Snow il medico inglese che studiando la diffusione di un'epidemia nel quartiere londinese di Soho capì che il colera era  una malattia trasmissibile che si diffondeva attraverso l'acqua)

L'ultimo bollettino da Haiti parla di più di 7743 casi di cui 522 mortali da quando è stato accertato il primo caso, due settimane fa. E le cattive notizie arrivano anche dalla Pan American Health Organization (PAHO), secondo cui ci vorranno anni prima di eradicare il colera dall'isola caraibica.


Questa epidemia di colera è l'emergenza sanitaria più grave del dopo terremoto. La domanda che tutti si sono posti è perché proprio ora l'epidemia? Le condizioni affinché un'epidemia di colera si sviluppi sono la presenza del vibrione e le pessime condizioni igienico sanitarie della popolazione. I casi di colera ad Haiti si sono concentratiin un primo momento nella regione Artibonite, poco colpita dal terremoto nella quale però sono confluiti molti sfollati da Port-au-Prince; in assenza di adeguate strutture sanitarie, le sorgenti d'acqua sono state contaminate con feci umane.


A questo punto si inserisce anche una variabile economica a rendere più grave l'epidemia. L'Artibonite è una regione agricola (povera) produttrice di riso. Non è facile per i contadini di questa zona competere con le produzioni estere (produzioni ad alto rendimento grazie a tecniche di coltivazione moderne inesistenti ad Haiti e pratiche di dumping a favore dei coltivatori statunitensi). La situazione è peggiorata nel dopo terremoto, quando gli aiuti umanitari hanno distribuito gratuitamento tonnellate di riso di fatto rendendo difficile ai contadini della regione vendere a prezzi ragionevoli la produzione.  Molti si sono trovati a dover cercare di vendere tutto il riso prodotto anziché tenerne una parte per i propri  consumi, aumentando lo stato di malnutrizione dell'area e dunque la gravità dell'epidemia.


C'è però un'altra ipotesi che si sta facendo avanti, su come è nata l'epidemia. Il ceppo di colera che si è diffuso ad Haiti è di origine asiatica e a portare, involontariamente, il vibrione nell'Artibonite potrebbe essere stata un'unità nepalese di caschi blu dell'ONU. Se confermata (i primi test risultano negativi) sarebbe una storia vecchia come il mondo: le epidemie marciano con i soldati.


Da seguire, il blog del Saint Damien Hospital, il più importante ospedale pediatrico dell'isola, che racconta tutta la gravità della situazione: "The people drink water directly from the river [Artibonite river, which is full of the cholera ] because they have no other choice. There is no other water [...] In general those who die seem to die quickly. They have so much of the bacteria that they lose fluids through diarrhea faster than anyone could even begin to give them fluids. The majority of people ride it out with many difficulties but victoriously."

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