lunedì 22 novembre 2010

Università e dintorni: il FIRB

Ci sono cose che hanno una logica assurda nel magico mondo dell'Università italiana. Una di queste è il FIRB, ovvero:

 
Questo Ministero [MIUR] intende favorire, attraverso un apposito programma denominato "Futuro in ricerca", sia il ricambio generazionale sia il sostegno alle eccellenze scientifiche emergenti e già presenti presso gli atenei e gli enti pubblici di ricerca afferenti al MIUR, destinando adeguate risorse al finanziamento di progetti di ricerca fondamentale. 

Il FIRB è uno strumento per finanziare progetti di ricerca di giovani ricercatori e prevede tre linee di intervento, due per i precari e una per i ricercatori strutturati.

I precari per partecipare per prima cosa devono avere un dottorato, e questo è logico. Poi devono essere bravini: a seconda della linea di intervento devono indicare almeno 3 o 6 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali. Non sono tante, ma è tutto sommato un numero ragionevole per qualcuno che si presume sia ad inizio carriera. 

E i ricercatori invece? quelli strutturati? Be' loro non è necessario che abbiano il dottorato di ricerca (anche se ormai sono 30 anni che il dottorato è sbarcato in Italia...); ma non è necessario nemmeno che abbiano pubblicazioni: ne devono indicare, preferibilmente, se proprio ne hanno, almeno tre. Del resto non sono valutati da nessuna commissione per quel che fanno o quel che non fanno.

Assurdo?

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