Un mese fa non se ne sapeva ancora nulla. Poi dal web sono arrivate le prime notizie. La prima in assoluto è del 31 marzo.
Come sempre in questi casi il comunicato è secco: due persone morte a Shanghai di influenza aviaria.
Non stiamo parlando dell'H5N1 o dell'H1N1, i virus influenzale che ha creato un allerta mondiale esattamente quattro anni fa. Ma Esattamente come l'H1N1, questo nuovo ceppo di virus dell'influenza A ha fatto la sua improvvisa comparsa nel mese di aprile.
Siamo alla vigilia di una nuova pandemia?
Qui sotto sono riassunti tutti i numeri dell'H7N9 finora noti. Se ci fermiamo al numero 18.5% di casi mortali, l'H7N9 appare come terrificante (come termine di paragone, la Spagnola del 1918 ha avuto un tasso di mortalità del 2%, un ordine di grandezza in meno!). Ma durante una teleconferenza il 5 aprile, Tom Frieden, direttore del Center for Disease Control and Prevention, ha osservato che potrebbe essere centinaia le persone infettate in maniera lievem cosa che abbasserebbe drasticamente quel tasso del 18.5%.
from: Random Analytics
Questa considerazione porta subito al secondo elemento in base al quale viene valutata la pericolosità di un nuovo ceppo influenzale:
la capacità del virus di trasmettersi da persona a persona.
Finora per la maggior parte delle persone contagiate si è riusciti a stabilire un collegamento con l'industria del pollame. Pare che il contatto diretto con pollame vivo in Cina sia il principale fattore di rischio. Solo nel caso di un contatto molto stretto (come nel caso di malti curati da famigliari) la trasmissione può verificarsi da uomo-a-uomo. Certo, il virus può mutare per adattarsi al nuovo ospite e potersi trasmettere
ma finora non c'è evidenza che questo stia accadendo.
Ciò che per il momento preoccupa di più è il fatto si tratta di una variante nuova per la quale c'è poca immunità preesistente ad essa: il nostro corpo non sa come combatterla.
A 5 settimane dai primi casi segnalati di H7N9, periodicamente su questo blog cercheremo di dare qualche informazione.
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