Oggi su Repubblica un articolo sullo stato dell'arte della riforma Gelmini.
...i primi effetti della Legge Gelmini cominciano a farsi sentire, come denuncia l'Adi (Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani, ndb): "Ciò che ancora una volta colpisce è l'incapacità da parte del ministro di comprendere gli effetti della sua riforma sui giovani ricercatori". Assegni di ricerca bloccati, mancanza di prospettive di ricerca: ormai chi può fugge all'estero, gli altri disoccupati-del-sapere aspettano a casa.
Alla luce dei problemi reali del comparto ricerca, le formule ministeriali "il trionfo del merito" e "la valorizzazione dei giovani" suonano ormai come vuoti slogan: messaggi autopromozionali che non trovano un riscontro oggettivo nella realtà dei fatti. Ma ciò che più impressiona - in tempi di tagli lineari al bilancio - è la sostanziale mancanza di una rotta da seguire, anche nella razionalizzazione delle risorse.Perché tanta fretta nell'approvare e far entrare in vigore una legge priva di contenuti? Oltre all'incapacità del ministro aggiungerei anche l'incapacità dei tanti economisti che dalle pagine dei maggiori quotidiani hanno difeso la riforma Gelmini, dimostrando, in un momento cruciale, la loro inadeguatezza. Per l'università pubblica la notte è appena iniziata.
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