Perché l'ipotesi germogli di soia, o qualsiasi altra verdura, è poco probabile è presto detto. Sul blog bacpathgenomics ecco cosa si legge:
[...] the consensus is emerging that the German outbreak strains are an enteroaggregative E. coli (EAEC, similar to Ec55989 causing diarrhea in children in Africa), which has acquired a Shiga toxin phage. Best evidence for this is David Studholme’s comparison of the novel genomes to all available E. coli genomesovvero, il batterio in questione sarebbe un E. coli che ha acquisito (per via di trasferimenti genici orizzontali) la tossina Shiga. La domanda di rigore allora è: come è arrivato questo batterio sui germogli di soia di un'azienda biologica? attraverso quale tipo di contaminazione? il contatto con animali? (finora il batterio non è stato trovato in animali) una contaminazione ambientale?
Come fatto notare in un bell'articolo sul Guardian, finora ha ricevuto poca attenzione il fatto che questo batterio è resistente a più tipi di antibiotici. Questo dovrebbe far suonare un campanello d'allarme sull'uso eccessivo che si fa di questi farmaci sia in medicina che nell'agricoltura.
Tra le notizie dell'epidemia questo aspetto sta passando sotto traccia perché la cura di infezioni causate da E. coli non prevede l'uso di antibiotici, perché questi causano il rilascio di tossine che peggiorano i sintomi .
E' però significativo il fatto che i serotipi O104:H4 e i più diffusi O157:H7 sono raramente resistenti, e ancora più rilevante è il fatto che i fattori che determinano la resistenza agli antibiotici sono in rapida diffusione da almeno un decennio e il loro passaggio a questo ceppo dimostra come siano in grado di passare da un organismo all'altro una volta emersi.
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