giovedì 17 marzo 2011

Fukushima: questione di numeri

[In Giappone] si parla di apocalisse e credo che la parola sia particolarmente ben scelta. 
A dirlo  il commissario europeo per l'energia, Gunther Oettinger, davanti alla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia del Parlamento europeo a Bruxelles. 
Praticamente tutto è fuori controllo. Non escludo il peggio nelle ore e nei giorni che vengono.


Esperti di sicurezza, nuclearisti, tutti a raccontarci che un incidente come quello di Chernobyl non sarebbe più potuto accadere. Centrale vecchia, quella di Chernobyl, si diceva tecnologia poco sicura e una catena di errori umani.Ora stiamo assistendo a un altro evento nucleare potenzialmente catastrofico. Le nuove centrali saranno più sicure, si dice, e l'incidente di Fukushima è stato causato da un evento imprevedibile. 


Quanto era imprevebile un evento simile?  Il Guardian ha fatto una lista degli incidenti nucleari accaduti dal 1952 a oggi. Li potete vedere riportati nella cartina seguente (i dati sono scaricabili qui



In totale il Guardian ha identificato 33 incidenti dal 1952 ad oggi, 6 dei quali si sono verificati negli US e 5 in Giappone; 3 in UK, 2 in Canada, Francia, Germania e Russia; infine 1 in Argentina, Belgio, Rep Ceca, Ungheria,Perù, Serbia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, e Ucraina. (Nella figura i pallini rossi hanno una dimensione variabile in base all'Indice Ines di gravità, mentre i rombi gialli indicano gli incidenti di cui non si conosce il livello Ines. 
Sono incidenti che per gravità variano su una scala che ha come valore massimo 7 (l'incidente di Chernobyl) e scende fino a 1 (valore che corrisponde ad anomalie di processo. 
La cosa più sorprendente, come ha notato il giornale inglese, è il fatto che l'AIEA non possiede un database storico degli incidenti. Come è possibile calcolare in maniera corretta una probabilità se si parte con un numero di eventi sottostimato?

Secondo l'Agenzia nucleare giapponese un evento catastrofico come quello di Fukushima aveva una proabilità su un milione circa di verificarsi. Ed è puntualmente accaduto. In questi giorni poi si scopre che l'impianto era vecchio, una centrale di seconda generazione, ma anziché venire dismesso continuava a funzionare perché, è una costante dell'industria del nucleare, prolungare la vita di centrali a fine ciclo è economicamente conveniente. Come falsificare i dati sulla sicurezza (proprio la Tepco fu coinvolta in uno scandalo 2 anni), minimizzare o nascondere gli incidenti.

Nei prossimi giorni, scommetto, sentiremo i sostenitori dell'atomo dire che alle centrali di terza generazione cose simili non possono accadere (intanto però negli US due centrali atomiche si trovano vicino alla faglia di Sant'Andrea), diranno anche che in fondo di fronte alla tragedia dello tsunami e del terremoto, l'incidente nucleare è poca cosa. Non diranno che a Fukushima per decine e decine di anni non si potrà più tornare, ma probabilmente tireranno in ballo i numeri di Chernobyl che ufficialmente conta 65 vittime. Ma la storia dei numeri di Chernobyl merita di essere raccontata a parte, prossimamente. 

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